Di Aldo Sarullo *
Ero stato invitato dalla Harvard University per una conferenza per il 50esimo della morte di L. Pirandello. Siamo a Boston.
E nella foto vediamo la hall del Park Plaza Hotel dove dimorai e vissi il mio funerale. Erano le sei del mattino e attendevo l’autista che doveva portarmi in aeroporto. Seduto sul divano circolare della foto, guardavo impaziente l’orologio. Nessuno. Tranne il portiere e un’ombra scura che mormorava qualcosa mentre percorreva il perimetro della hall, nessuno. Poi, aiutato dalla sorte, colsi qualche monosillabo di quell’uomo e mentre stava per andarsene lo raggiunsi. “Mister Sarullo…” aveva mormorato. E io lo ero. Lo seguii verso un carro funebre: era una Limousine nera, lunga qualche centinaio di metri. E il mio accompagnatore era nerissimo di pelle e indossava un abito nero sotto una palandrana nera e un cappello a cilindro, nero. Mi aprì uno sportello e poi si avviò verso il suo, alla guida. Fu così che gustai un funerale di prima classe e senza parenti al seguito.
*scrittore e regista
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