Da quando è entrata in vigore la legge regionale 9 del 2010, che nell’era Lombardo ha mandato in soffitta gli Ato rifiuti, per sostituirli, sulla carta, con le società di regolamentazione del sistema di gestione dei rifiuti (Srr), la Sicilia non ha mai approvato il nuovo piano delle bonifiche.

L’articolo 9 della legge regionale, infatti, prevede che i piani per la bonifica delle aree inquinate siano parte integrante del piano regionale di gestione dei rifiuti.
Della crisi dei rifiuti in Sicilia si è discusso nel corso di un incontro, a Roma, con il sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo, il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa e i parlamentari nazionali e regionali Barbara Floridia e Giampiero Trizzino.

“A livello nazionale e regionale – dicono Floridia e Trizzino – stiamo definendo un dossier sulle aree ad elevato rischio ambientale che ricadono nel territorio siciliano. Si tratta di dati raccolti negli anni e confluiti in un lavoro congiunto tra Camera, Senato e Assemblea regionale siciliana, che sottoporremo al Governo Conte e al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Finora nessun esecutivo, né regionale né nazionale, se ne è occupato”.
“La Sicilia non si è ancora dotata di un piano dei rifiuti – osservano gli esponenti del M5S – al momento il Governo ha solo approvato un piano stralcio. Ci chiediamo come fa Musumeci a dire che sta lavorando alla bonifica delle discariche se non è stato prodotto alcun piano delle aree inquinate?”.

“Dai dati in nostro in nostro possesso – aggiungono – abbiamo avuto modo di verificare come in Sicilia di eterne incompiute non si deve parlare solo in riferimento ad opere pubbliche mai completate, ma anche in riferimento alle ferite causate da un’industrializzazione ‘selvaggia’”. “Nelle zone della Valle del Mela, Siracusa e Gela in passato non si è stati capaci di coniugare sviluppo economico e tutela dell’ambiente, ma di dissipare – concludono – le risorse destinate alle bonifiche per fini che non hanno nulla a che vedere con misure di salvaguardia degli ecosistemi. Il Governo Conte ha tutta la volontà di cambiare rotta”.

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