Rischio caos a partire dal primo aprile per precari, percettori dell’assegno di inclusione, cassintegrati e per chiunque percepisca un sussidio in Sicilia. Il 31 marzo scadrà la proroga tecnica concessa dalla Regione siciliana alla società ligure che sta gestendo la piattaforma Silav collegata col sistema informatico del ministero del Lavoro e la cui interazione permette il coordinamento e lo scambio di informazioni e servizi.

Regione sta perfezionando decreto affidamento

La società ligure che ha creato la piattaforma, dopo essersi aggiudicata tre anni fa la gara, si è assunta l’onere della gestione nelle more che il dipartimento Lavoro della Regione perfezioni il decreto per l’affidamento del servizio a Sicilia digitale, la società in-house della Regione in ambito informatico, Ict e innovazione. Ulteriori ritardi rischiano di mettere in pericolo la continuità operativa della piattaforma e quindi l’erogazione dei servizi ai cittadini.

L’ex pm Ingroia condannato a risarcire 145mila euro a Sicilia Digitale

Pochi giorni fa, i giudici della Corte dei conti d’appello presieduti da Vincenzo Lo Presti, hanno confermato la condanna per l’ex pm Antonio Ingroia e ridotto l’importo da restituire alla società per Dario Colombo, amministratori di Sicilia e Digitale Spa dal 2013 al 2019. Secondo quanto stabilito, il  primo dovrà risarcire la società per 145 mila euro, il secondo 49 mila euro e non 122 mila come avevano stabilito i giudici in primo grado. La procura regionale della Corte dei conti aveva citato in giudizio alcuni ex amministratori e l’ex direttore generale della società regionale Sicilia Digitale (ex Sicilia e Servizi). Le ipotesi di danno erariale contestate sono due.

La prima riguarda il compenso superiore ai limiti di legge erogato all’ex direttore generale, Dario Colombo, e mantenuto nel tempo anche in contrasto con quanto richiesto dalla Regione Siciliana, socio unico di Sicilia Digitale. Secondo la ricostruzione della procura erariale nonostante le osservazioni avanzate il compenso non è stato rimodulato nei limiti legali, la società e il direttore generale hanno condiviso le rivendicazioni dell’ex direttore Colombo e sono arrivati una conciliazione giudiziale i cui effetti sostanziali non avrebbero modificato il trattamento economico. Secondo la procura l’importo del compenso erogato ingiustificatamente nel quinquennio, sarebbe di 778.901 euro.

La seconda ipotesi di danno erariale riguarda le spese di missione del direttore generale, Dario Colombo, liquidate per raggiungere la sede societaria di Palermo da una sede di Sicilia Digitale nel comune di Catania. L’importo complessivo del danno ipotizzato era stato suddiviso tra i soggetti citati in base all’apporto causale nell’intera vicenda. In particolare, erano stati citati per complessivi 828.275 euro gli amministratori pro tempore Antonio Ingroia per euro 390.871,56, Dario Corona per 105.737 euro, Massimo Dell’Utri per 86.856 euro e il direttore generale pro tempore Dario Colombo per 244.809 euro. Per Ingroia e Colombo i giudici hanno accertato il danno erariale.

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