“La norma sui centri storici approvata dalla regione siciliana a luglio 2015 non dice nulla a proposito di rischio sismico degli edifici, ne deriva che eventuali lavori potrebbero anche rendere più vulnerabili gli edifici”: a lanciare l’allarme sono il Sunia, sindacato degli inquilini, e la Cgil regionali che chiedono la “rivisitazione della norma in questione in base alle mappe di micro-zonizzazione sismica”.

“A quest’ultimo riguardo- dicono in una nota congiunta Giusy Milazzo (Sunia) e Mimma Argurio (Cgil) – dobbiamo anche registrare ritardi anche nella micro- zonizzazione di 1° livello ( solo 58 comuni su 282) , propedeutica alla definizione della carta di Ms”.

“Il recente sisma del centro Italia- osservano Argurio e Milazzo- ha riacceso i riflettori sul tema della prevenzione. Oggi in Sicilia 4,5 milioni di cittadini vivono in zone a rischio abbastanza elevato ( zona 2) e 350 mila in zone a rischio molto elevato ( zona 1). Almeno il 50% delle abitazioni necessita di opere di risanamento e di messa in sicurezza statica e il 70% si trova nelle zone a rischio 1 e 2. La rinnovata sensibilità in materia- sottolineano le esponenti di Sunia e Cgil- deve adesso portare a porre il tema della sicurezza sismica come priorità anche in Sicilia, senza tentennamenti e indecisioni, mettendo in campo una programmazione di breve, medio e lungo periodo e coordinando norme e interventi”.

Sunia e Cgil rilevano che “ è necessario affrontare il tema della sicurezza del patrimonio di edilizia residenziale, con un forte coordinamento pubblico e ingenerando comportamenti virtuosi da parte dei proprietari privati”. Chiedono dunque il “superamento dei ritardi sulle micro zonizzazioni; il completamento dei piani di protezione civile con l’individuazione dove necessario di vuoti urbani facilmente raggiungibili in caso di scosse; lo stop all’ulteriore consumo di suolo; la previsione di un “patente sismica” per gli edifici”. Viene chiesto anche alla Regione di emanare linee guida per i comuni per la riduzione dei tributi locali a chi esegue ristrutturazioni che migliorino la sicurezza degli edifici e la creazione di sportelli sui temi della sicurezza sismica. “ A livello nazionale- concludono- chiediamo il potenziamenti dei bonus fiscali e l’accesso al credito agevolato per favorire gli interventi relativi agli interi edifici”.

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