Salvataggio completato per Riscossione Sicilia la società partecipata della regione guidata da Antonio Fiumefreddo che deve occuparsi delle tasse nell’isola.

Al termine di un burrascoso dibattito passa la riscrittura governativa dell’articolo 33 della legge di stabilità della regione siciliana che stanzia 11 milioni e 200 mila euro per il ripiano dei debiti ed il funzionamento della Società nel 2016.

La stesura originale dell’emendamento parlava di 17 milioni di euro. Alla fine la somma è stata ridotta a 11 milioni e 200 mila ma non è tutto. A questa somma andranno aggiunti 2 milioni e 300 mila euro vincolati al piano di riorganizzazioe. L’articolo si arricchisce di altri commi e prevede che entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge debba intervenire la giunta e valutare un piano preciso di riscossione sicilia sottoposto al vaglio.

Fra le ipotesi c’è anche quella del contratto di solidarietà per gli 800 dipendenti della Società, decisamente troppi per i compiuti e per le attuali finanze regionali.

In serata si risolve il piccolo giallo delle dimissioni del Consiglio di amministrazione di Riscossione Sicilia. Maria Filippa Palagonia e Eustachio Cilea si sono dimessi dal Consiglio di amministrazione. Il presidente Antonio Fiumefreddo, però, per tutto il pomeriggio ha negato ma in serata ha ricevuto anche lui la notifica visto che, per regolamento, in questo modo decade anche lui dalla Presidenza. CdA da rifare. Una scelta politica per ricapitalizzare la Partecipate ma evitare che potesse essere Fiumefreddo a gestirne la successiva fase di riorganizzazione

Salvataggio anche per Sviluppo Italia Sicilia con un costo di 1 milione e 200 mila euro. E’ il terzo articolo approvato oggi dopo il prelievo dal fondo sanitario regionale per quasi 128 milioni di euro e dopo l’approvazione del cofinanziamento della spesa comunitaria.

Subito dopo aula sospesa e tensione alle stelle fra il Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e quello della Regione Rosario Crocetta sul prosieguo dei lavori. Tocca, infatti, al rifinanziamento delle legge contenuto negli articoli 22 e 23, in pratica quella che viene volgarmente definita la ex tabella H. Ardizzone insiste per l’inammissibilità della nuova formulazione e vorrebbe lasciare la spesa bloccata allo scorso anno. Crocetta vuole, invece, introdurre la nuova stesura  e su questo tema è stato necessario sospendere l’aula per evitare che l’acceso confronto si svolgesse davanti alla telecamere.

Un confronto durato pochi minuti durante il quale crocetta ha chiesto di proseguire con l’analisi della tabella H ma Ardizzone si è rifiutato disponendo il rinvio a domani. ‘Se pensano di fare tutto nottetempo – avrebbe detto il presidente dell’Ars – non sono intenzionato a permetterlo. Vengano in aula di giorno e facciano i loro giochetti davanti alle telecamere sotto gli occhi dei siciliani’. Non è comunque, escluso, che dopo l’approvazione la Presidenza dell’Ars torni a dichiarare tutto inammissibile.

Appena il tempo di tornare in aula, dunque, e rinviare di nuovo la seduta a domani alle 15

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