In concomitanza con la stagione estiva, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo ha disposto il rafforzamento del dispositivo di contrasto al fenomeno illecito del “lavoro nero” che caratterizza numerose attività stagionali sulla costa e nell’entroterra della provincia.
In tale ambito, a seguito delle attività, le Fiamme Gialle di Carini hanno rilevato che alcuni ristoranti a fronte della presenza di numeroso personale dipendente avevano effettuato versamenti di ritenute Irpef nei confronti dei dipendenti alquanto esigui, facendo presumere il ricorso, da parte dei ristoratori, di manodopera in nero.
Ipotesi confermata al termine dei controlli: nel primo caso, a fronte di 18 dipendenti riscontrati all’atto dell’accesso, ne sono stati rilevati ben 11 impiegati senza alcuna formalizzazione e regolarizzazione del rapporto lavorativo. Nella seconda ispezione è andata addirittura peggio: 7 lavoratori su 7 sono stati sopresi a lavorare “in nero”.
Inoltre, contestuali accertamenti svolti dai militari con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo hanno consentito di rilevare l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di uno dei dipendenti irregolari.
Tali condotte sono sanzionate dalla Legge n. 73/2002 che ha istituito la cd. “maxi sanzione” sul lavoro nero. La normativa, oggetto di diverse modificazioni apportate anche dal cd. Job Act ed ulteriormente inasprita con la Finanziaria 2019, prevede sanzioni graduate su fasce di giornate lavorative svolte senza regolare assunzione che possono arrivare fino ad oltre 43 mila euro per ogni dipendente “in nero”.
Al termine dell’attività ispettiva, sono state complessivamente comminate ai due esercizi commerciali sanzioni per 44 mila euro.
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