Rivolta, dal primo pomeriggio di oggi al carcere Malaspina di Caltanissetta. Circa trenta detenuti si sono barricati nel reparto della struttura penitenziaria dove risiedono. Sembrerebbe che stiano protestando per le condizioni all’interno del carcere. A dare manforte agli agenti di polizia penitenziaria sono intervenute pattuglie della polizia e dei carabinieri. La protesta è ancora in corso. Sul posto è presente anche il magistrato di sorveglianza. Al momento non si registrerebbero feriti.

In dieci a processo per una rivolta a Caltanissetta

Dieci detenuti rinviati a giudizio dal tribunale di Caltanissetta per la sommossa che venne organizzata il 22 dicembre del 2021. La decisione del gip di Caltanissetta, Grazia Luparello, che secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia ha valutato la richiesta che era stata avanzata nei mesi scorsi dalla Procura a conclusione delle indagini di quel violento episodio.

Chi va a processo

Ad andare a processo sono 4 palermitani, Pietro Aiello, Salvatore Verga, Pietro Seggio e Francesco Paolo De Luca. Fiurano poi anche i nisseni Kristian Michele Guagliardo e Michele Eros Fiandaca, il messinese Carmelo Gerbino e i catanesi Cesare Lizzio, Pietro Pulvirenti e Sebastiano Lanzafame. Le accuse sono di interruzione di pubblico servizio.

Il palermitano che ha aizzato la sommossa

Per il solo Verga c’è l’ulteriore capo di imputazione di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Secondo la ricostruzione degli investigatori sarebbe stato lui il “capo popolo” che avrebbe in qualche modo dato vita a questa rivolta. Tutto nacque quando i dieci reclusi si rifiutarono di entrare nella sala socialità e in cella. Stando alla ricostruzione dei fatti proprio Verga si sarebbe rivolto minacciosamente al dirigente della polizia penitenziaria. “Scafazzato che non sei altro… – gli avrebbe detto – voi qua non comandate… Non hai capito che ti metto un carcere sotto sopra?”.

Altra rivolta nel trapanese

Di episodi di violenza del genere nelle carceri siciliane ne succedono oramai in frenetica frequenza. L’ultimo episodio a Trapani nell’ottobre scorso quando furono identificati i 17 detenuti responsabili di una rivolta avvenuta nella notte. Avrebbero dato vita agli eventi  violenti e poi si asserragliarono in un’area distruggendo le suppellettili di un intero piano. Per evitare l’ingresso del personale i detenuti bloccarono lo sbarramento usando i piedi di legno dei tavolini, cospargendo di olio il corridoio, pronti pure ad adoperare le bombolette di gas contro la polizia penitenziaria. Un episodio che spinse i sindacati a chiedere ancora una volta maggiori tutele per gli agenti di polizia penitenziaria.

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