I carabinieri della Stazione di Monreale hanno arrestato, con l’accusa di tentata estorsione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, Giuseppe Giappone 20 anni palermitano. Un giovane di 26 anni ha chiamato i militari in aiuto denunciando l’intrusione di qualcuno nel suo appartamento.

Era andato a casa sua per i soldi della droga

In realtà conosceva molto bene il giovane che era entrato. Sarebbe stato lo stesso che gli aveva venduto alcune dosi di crack e che era andato a casa per chiederne il pagamento dopo diverse telefonate e pressanti richieste. I carabinieri hanno aspettato l’arrivo del giovane. Addosso a Giappone sarebbero state trovate di 24 dosi di crack, quasi 600 euro in banconote e monete di vario taglio, oltre a una carta prepagata sottratta al 26enne qualche giorno prima, a titolo di risarcimento per la sostanza stupefacente non pagata.

Un altro uomo denunciato

Il 20enne arrestato si era presentato in casa del giovane accompagnato da un uomo di 48 anni che è stato denunciato per porto abusivo di bastone. Il gip di Termini Imerese ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari.

“Pagami o dico a tutti che sei omosessuale”

Gli uomini della Digos hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dalla sezione Gip del tribunale di Messina, su richiesta della locale procura, nei confronti di un uomo messinese di 36 anni, con specifici precedenti di polizia, per il reato di estorsione aggravata continuata consumata e tentata violazione di domicilio.

La storia

Nella fattispecie, l’indagato – col quale la vittima era entrata in contatto per motivi sentimentali – in diverse occasioni, dopo i primi approcci, avrebbe iniziato a vessare l’uomo chiedendo ripetutamente somme di denaro con la minaccia di rivelare a tutti il suo orientamento sessuale, approfittando della naturale ritrosia della persona offesa e dello stato di inabilità al 100% della medesima.

Le estorsioni

L’attività estorsiva, volta a privare il denunciante dei propri risparmi, si sarebbe concretizzata sia attraverso ripetuti messaggi su Whatsapp, e ciò nonostante la vittima avesse bloccato l’utenza telefonica del suo aguzzino, sia direttamente presso l’abitazione della vittima ove l’arrestato, in talune occasioni anche con violenza, avrebbe tentato di accedere nonostante la ferma volontà della vittima di porre fine a qualsivoglia rapporto.

La denuncia

La denuncia formalizzata dal 54enne, supportata dalla comunità Lgbt, ha consentito agli investigatori di rintracciare in breve tempo alla esatta identità dell’autore delle minacce a scopo di estorsione.

Resta fermo che, essendo il procedimento ancora nella fase delle indagini preliminari, in ossequio al principio di non colpevolezza, è tuttora in corso ulteriore attività investigativa, sotto la direzione della locale Procura. La polizia di Stato, da sempre impegnata anche con proprio personale specializzato nel contrasto alla violenza di genere, invita la collettività a denunciare simili episodi presso gli Uffici delle Forze di Polizia presenti sul territorio.