L’emergenza cimiteriale al camposanto dei Rotoli, a Palermo, vive un nuovo triste capitolo. A causa del nuovo incremento delle salme a deposito, le stanze di lungomare Cristoforo Colombo sono tornate a riempirsi. Anche quelle dell’entrata centrale, dove le bare sono state poste a terra a causa di mancanza di spazio sui castelletti composti da ferri innocenti. Strutture edificate ad agosto proprio per dare una più degna sistemazione ai feretri ma che oggi non sono più sufficienti.

Uno scandalo che, presto, tornerà di dominio pubblico anche a livello nazionale. Una troupè di Mediaset, guidata dal conduttore Paolo Del Debbio, ha girato un servizio proprio questo weekend per documentare quanto sta accadendo nei depositi di lungomare Cristoforo Colombo.  L’ennesima pugnalata all’immagine di una Palermo martoriata da mille emergenze. Quel che è certo è che la promessa del sindaco di Palermo Leoluca Orlando di risolvere l’emergenza entro il 31 dicembre 2021, attraverso il suo cronoprogramma, è andata a vuoto.

Depositi pieni, bare a terra, mancano i posti ai Rotoli

Forno crematorio ko da due anni, progetto della nuova struttura fermo negli uffici e mancanza di luoghi dove seppellire i propri cari, soprattutto nei campi d’inumazione. Così si spiega la nuova emergenza nei depositi del cimitero dei Rotoli. Non bastano da soli i trasferimenti verso il cimitero di Sant’Orsola al fine di eseguire le operazioni di tumulazione. Quel che manca nel camposanto palermitano sono i posti e le strutture. Fatto che ad oggi non ha avuto una soluzione definitiva. Snodo che dovrebbe arrivare, in parte, con il completamento dell’iter per assegnare l’installazione dei 424 loculi ipogei all’interno del camposanto di lungomare Cristoforo Colombo.

Intanto, l’Amministrazione Comunale e i relativi uffici devono far i conti con l’ennesimo capitolo di un’emergenza che va avanti da oltre due anni.  I depositi sono tornati a riempirsi. Prima le tensostrutture, ora quelli dell’entrata centrale: sui ferri innocenti non ci sono più posti. Così, gli operatori del camposanto sono costretti a porre le bare a terra. Potremmo dire un modo poco cristiano di onorare i morti, ma quei valori sono stati già disattesi da tempo.

Basta solo ricordare che, proprio in quei depositi, ci sono morti palermitani in attesa di una sepoltura da oltre un anno e mezzo. Questo quando le povere bare hanno un tetto sulla testa. Non possono dire lo stesso, ad esempio, le quindici salme esposte alle intemperie nell’area dell’ex vivaio, coperte soltanto da alcuni teli di plastica. Come se fossero attrezzi da lavoro o utensili qualsiasi. Un caos inaccettabile per la quinta città d’Italia, diventato uno scandalo nazionale.

Il cronoprogramma del Comune ha fallito

L’emergenza al cimitero dei Rotoli non solo continua, ma rischia di vivere l’ennesimo momento di caos. Soluzioni promesse dall’Amministrazione Comunale il 2 settembre, quando il cronoprogramma proposto dal sindaco Leoluca Orlando ha ricevuto il via libera dal Consiglio Comunale. Un documento nel quale venivano indicate, punto per punto, le date di esecuzione dei vari step per porre fine ai vari problemi della struttura di lungomare Cristoforo Colombo. In estrema sintesi, il Comune contava di completare le tumulazioni entro il 31 ottobre. Mentre le operazioni di inumazione dovevano concludersi entro il 31 dicembre. Nessuno dei due obiettivi, ad oggi, è stato completato con successo. Anche se, sul fronte delle tumulazioni, si registrano decisi miglioramenti.

Nessun passo in avanti nemmeno sul fronte delle cremazioni. Il vecchio forno crematorio è fuori uso dal 17 marzo 2020. Che sia Misterbianco, Messina o, addirittura, la Calabria, i feretri hanno dovuto percorrere centinaia di chilometri per raggiungere un impianto funzionante. Solo così, infatti, i familiari dei morti palermitani hanno potuto cremare i propri cari. Dopo l’arresto completo delle operazioni, si sono susseguite diverse promesse da parte dei tecnici dell’Amministrazione Comunale che si stanno occupando del progetto del revamping della struttura. Fra queste, quella operata dal Rup dell’opera in IV Commissione nel mese di luglio 2021. Fatto riferito durante la nostra live dal consigliere del Movimento 5 Stelle Antonino Randazzo.

“A luglio 2021 abbiamo audito il Rup dell’opera – ha dichiarato Randazzo -. Il tecnico aveva stilato un cronoprogramma nel quale si prospettava, nel giro di 180-200 giorno, l’avvio e il completamento dei lavori. Siamo a gennaio 2022 ma nulla ha avuto esito. Proprio oggi abbiamo nuovamente audito in Commissione il Rup, il quale ha dichiarato che il termine temporale è slittato addirittura a luglio 2022“.

 

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