Massimiliano Turturici è il prete della parrocchia San Giuseppe Cafasso all’Albergheria, uno dei quartieri ‘difficili’ di Palermo dove l’uomo si sta spendendo molto per diffondere legalità e speranza in un futuro migliore.

Qualche giorno fa, la parrocchia ha subito l’ennesimo furto. Un uomo, sulla quarantina, è entrato nell’ufficio parrocchiale, ed è stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza mentre portava via dei soldi da un cassetto.

Il parroco non si è perso d’animo, e ha denunciato quanto accaduto a mezzo facebook. Ha pubblicato un post, con annessa foto del ladro con il viso oscurato e ha scritto: “La parrocchia di San Giuseppe Cafasso versa, in questo periodo (e non solo…) in gravi condizioni economiche. Pochissime o nulle le entrate. Con grandi sacrifici riusciamo a pagare le principali utenze. A completare il quadro già drammatico, ci si mettono personaggi come questi che ci derubano (e non è la prima volta) i pochi soldi che raccogliamo durante la settimana. Come si può continuare in questo modo? Come possiamo aiutare la gente e servire il nostro territorio?”.

Ebbene all’indirizzo del parroco sono arrivati insulti e manifestazioni di biasimo per la sua denuncia, e non è mancato chi gli ha dato dello “sbirro”.

Don Massimiliano è molto dispiaciuto per quanto accaduto e al Giornale di Sicilia dichiara: “Io questa persona non l’ho nemmeno denunciata. Ho chiamato la polizia, hanno acquisito le immagini, ma nulla di più. Perché lo conosco, anche se non è un uomo dell’Albergheria. Purtroppo ha problemi di tossicodipendenza e gira spesso di chiesa in chiesa per chiedere dei soldi. Qui lo abbiamo sempre aiutato, dandogli la spesa per esempio e qualcosa da mangiare. A volte, quando le chiese sono chiuse, si intrufola dentro. E noi abbiamo cercato di parlargli”.

Il post del sacerdote voleva solo essere una sorta di allerta per la comunità. “Non mi pento di ciò che ho fatto – dice ancora – Ma sta andando a finire che la colpa è del prete che ha denunciato”.

“Perché sparare a zero – continua – contro una comunità che nemmeno si conosce? Siamo una parrocchia conosciuta per i gesti di solidarietà, dalla raccolta delle coperte a quella di cibo, aiutiamo 150 famiglie. Sono rimasto tristemente colpito da tanta cattiveria. La chiesa deve dare l’esempio, anche in fatto di legalità e giustizia. Io ho denunciato ma intanto c’è chi si schiera dalla parte della disonestà. C’è un’idea sbagliata della chiesa, secondo alcuni chiamata a fare solo assistenzialismo, buona solo per dare spesa e soldi, ma non è questa la sua vocazione”.

Articoli correlati