Ricorre domani il 76° anniversario della morte di Giovanni Palatucci, il giovane Vice Questore della città di Fiume che salvò la vita di migliaia di ebrei, destinati ai campi di concentramento nazisti. E proprio in un campo di concentramento, a Dachau in Germania, il 10 febbraio 1945 muore un uomo che, combattuto tra dovere e umanità, fece una scelta estrema, sfidando quel sistema di odio e violenza che governava quella parte di mondo di cui egli stesso faceva parte.

Commemorazioni anche a Palermo e Catania

“Un momento importante il ricordo del questore Palatucci – dice il Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia  – che morì il 10 febbraio del 1945 in un campo di concentramento nazista per avere aiutato durante la sua permanenza come funzionario della Questura di Fiume molti ebrei. Palermo è sempre una delle questure che ha la massima attenzione nei confronti di coloro che danno la propria vita al prossimo, una iniziativa che nasce dal dipartimento e quindi contemporaneamente avviene più questure italiane”. “Sono onorata di partecipare al ricordo di questo giusto tra le nazioni – dice Evelyne Aouate, presidente dell’Istituto siciliano di studi ebraici – una memoria che amo tantissimo trasmettere alle nuove generazioni perché è un esempio di vita che devono avere sempre presente i ragazzi. Quindi questa memoria è per me un qualcosa di non solo importante, ma doveroso, ed è una missione”.

Un garante del diritto alla vita

“Un garante del diritto che dedicato la sua vita per l’affermazione dei diritti – dice il sindaco Leoluca Orlando – anticipando quello che sarebbe stata poi la Costituzione repubblicana. Lui pose tutte le sue energie dedicando la sua vita per impedire l’applicazione delle leggi razziali che determinavano un vero e proprio genocidio. Utilizzo le sue competenze e le sue funzioni, non essere a servizio di leggi criminali di morte ma per il diritto alla vita”

Giovanni Palatucci era un poliziotto e, come tale, la sua missione era quella di far rispettare – e rispettare egli stesso – le leggi dello Stato, comprese quelle che, partendo dal “manifesto della razza” del 14 luglio 1938, furono ricomprese in una serie di regi decreti che macchiarono d’infamia la terra d’Italia. Proprio lui, infatti, che doveva assicurarne l’individuazione e la denuncia, costituì un’ancora di salvezza per molti che, invece di finire i loro giorni in un campo di morte, ricoverarono in una cittadina della provincia di Salerno, Campagna, dove trovarono scampo, anche grazie all’impegno del Vescovo Giuseppe Maria Palatucci, zio di Giovanni.

Manifestazioni in tutta Italia

La Polizia di Stato ricorda questo poliziotto, con manifestazioni simboliche che si svolgeranno in tutt’Italia. La Questura di Catania, d’intesa con la Dirigenza dell’Istituto Comprensivo Statale “San Domenico Savio” di San Gregorio, donerà una targa commemorativa con la quale sarà intitolata all’eroico poliziotto l’Auditorium della scuola. Inoltre, sempre a cura della Questura di Catania, è stato realizzato un percorso storico-iconografico, illustrato in modo semplice e comprensivo dai ragazzi, che verrà esposto nei locali della scuola, attraverso il quale i giovani potranno apprendere le dolorose vicende e il coraggio di un uomo che si fece vessillo d’onestà e di dignità.