Vino sofisticato, mischiato ad acqua e zucchero, viaggiavano soprattutto nella zona dello jatino, area oltretutto notoriamente vocata per la presenza di importanti cantine vitivinicole. E difatti dei 9 indagati la maggior parte sono residenti proprio in questo comprensorio. In particolare ad essere coinvolte sono una cantina di San Cipirello e una di San Giuseppe Jato. Cinque degli indagati sono sancipirellesi, uno è di San Giuseppe Jato. Gli atri tre risiedono a Palermo, Monreale e nella frazione monrealese di Grisì.

L’indagine si deve ancora sviluppare

L’indagine è partita su delega della locale Procura della Repubblica di Palermo e ha visto operare i finanzieri del comando provinciale di Palermo e i funzionari dell’ispettorato repressione frodi (Icqrf) del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Come evidenziato dagli inquirenti resta ancora da capire se le cantine coinvolte in questa operazione, quindi anche quelle dello jatino, fossero consapevoli del raggiro o compiacenti. Intanto è scattato il sequestro di un intero compendio aziendale, del valore di circa 3 milioni di euro, all’interno del quale operava uno stabilimento enologico, dedito ad attività di sofisticazione di vini, con sede a Monreale, nonché di oltre 3,3 milioni di litri di prodotto vinoso, imbottigliato e sfuso, per cui non è stato possibile tracciare l’origine e la provenienza, per un valore stimato di oltre 5 milioni di euro.

Perquisizioni in tutta Italia

Sono state anche effettuate perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale, con la collaborazione dei reparti della guardia di finanza competenti per territorio e di funzionari dell’Icqrf, con l’obiettivo di bloccare le partite di prodotto contraffatto e adulterato distribuite dal titolare della cantina. Individuati anche 8 “complici” accusati, a vario titolo, di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, di frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine.

Un sistema di raggiri

In particolare, le investigazioni svolte dai finanzieri della compagnia di Partinico, scaturite da un’indagine d’iniziativa nel settore della tutela del consumatore e del made in Italy, hanno permesso di accertare che una nota cantina con sede a Monreale, riconducibile ad un soggetto noto nell’ambito della commercializzazione di vini, aveva, verosimilmente, posto in essere complessi raggiri contabili grazie all’ausilio di altre società consorelle, esistenti all’interno del compendio aziendale, costituite ad hoc, annotando fittizie introduzioni di mosti, uve e vini, con il mero fine di creare un presupposto di apparente legalità ai prodotti vitivinicoli, commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane, stante alle evidenze investigative, ottenuti anche mediante l’utilizzo fraudolento di zucchero miscelato con l’acqua.

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