Sanatoria edilizia, gli ambientalisti giocano l’ultima carta – “Onorevole Presidente, per le mie, ormai non più recenti, esperienze parlamentari, so bene che il giudizio sull’ammissibilità o meno di un emendamento a un disegno di legge, presentato durante i lavori d’Aula, è di esclusiva e totale competenza del Presidente dell’Aula: lui e solo lui esercita questa importantissima e delicatissima funzione”.

Inizia così una breve lettera al Presidente dell’assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone di un ex deputato oggi presidente di Legambiente. Gianfranco Zanna spera così di ricorrere a una decisione estrema per bloccare quella che si configura come una sanatoria edilizia per la case costruite entro i 150 metri dal mare in Sicilia proposta da un deputato, bocciata in commissione ma parzialmente già approvata dall’Ars nell’ambito del ddl Edilizia.

“E so bene che, se pur supportato dalla professionalità e competenza degli uffici parlamentari, è sempre una decisione difficile da prendere, da ponderare con la massima attenzione – continua la lettera di Zanna -. Ho fatto caso in questi anni, da quando Lei è stato chiamato a sedere sullo scranno più alto del Parlamento siciliano, che non poche volte è intervento con questa estrema misura, bloccando ipotesi di legge che sarebbero state a dir poco scandalose, qualora fossero state approvate, e avrebbero ricoperto, ancora una volta, di vergogna il Parlamento regionale e tutta la politica siciliana. Di questo Le diamo atto”.

Poi la lettera entra nel vivo con la richiesta diretta anche se forse tardiva rispetto ai lavori d’aula (anche se il voto finale è atteso per il 2 agosto) “Ho la seria preoccupazione che questo aspetto delicatissimo e importantissimo, ancor prima per l’etica e la morale che per le effettive sue conseguenze, si ponga con l’emendamento per una nuova sanatoria edilizia presentato al ddl n.841/A dall’on. Fazio e che dovrebbe essere discusso dall’Aula nella seduta di martedì prossimo. Non spetta sicuramente a me valutare l’incostituzionalità o meno di questa proposta. Desidero, con questa mia, soltanto richiamarla al Suo alto ruolo di responsabilità, a quei compiti e funzioni che, come ricordavo all’inizio, ha svolto con autorevolezza, serietà e correttezza in qualità di Presidente del Parlamento più antico del mondo. In altri passaggi molto delicati e spinosi è riuscito a tenere la barra dritta, riuscendo a non fa incagliare tra gli scogli del malcostume e dell’immoralità questa nostra prestigiosa Istituzione democratica”.

“So che la scelta non è semplice – ammette Zanna -, c’è da valutare i contenuti veri della nuova proposta dell’on. Fazio, che non è stata apprezzata da nessun altro organismo parlamentare, visto che il testo presentato in Aula è sostanzialmente diverso e, se permette, più grave per gli effetti e i danni che potrebbe causare, di quello bocciato nelle settimane scorse dalla Commissione di merito dell’ARS. Quindi, Onorevole Presidente, Le chiediamo di compiere una profonda riflessione e un’attentissima valutazione, sapendo che la Sua scelta può evitare che il Parlamento siciliano incorra nella sventurata ipotesi di scrivere un’altra pagina penosa della sua storia. Ci eviti, per cortesia, questa nuova possibile mortificazione alla dignità di tutti noi siciliani onesti”.

Su questa norma si agitano impostazioni e sensibilità diverse (leggi qui il dettaglio). Da un lato c’è il proponente, Fazio, che la considera un modo per mettere ordine su una legge nazionale esistente applicata male in Sicilia per effetto del parziale recepimento e che ha creato ‘abusi in buona fede’ che nel resto del paese sarebbero legittimi mentre qui non si capisce se lo siano. C’è poi la posizione di un deputato come Malafarina che prende le distanze da quanto votato considerando quella uscita fin qui dai lavori del Parlamento una norma ancora pasticciata che rischia di creare disparità di trattamento fra i cittadini e infine chi considera tutto ciò una pura e semplice nuova sanatoria che non da vita a nuovi abusi ma ne giustifica di esistenti