Il voto dell’Ars sulla presunta “nuova sanatoria edilizia” continua a suscitare reazioni e polemiche, anche se al momento non ha ancora alcun effetto di legge poiché manca ancora un passaggio d’Aula. La norma di fatto prevede la possibilità di sanare i fabbricati realizzati in aree di inedificabilità relativa ma deve ancora avere il voto finale del parlamento regionale che potrebbe arrivare già la prossima settimana.

La separazione

La decisione di separare l’articolo 20 (sulla sanatoria) dal resto del disegno di legge sull’edilizia è stata presa nel corso della seduta d’aula dalla Presidenza dell’Ars, anche alla luce del rischio di una possibile impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. Il presidente Gianfranco Miccichè ha dunque separato il destino della sanatoria da quello del ddl sull’edilizia, per far sì che una eventuale impugnativa non blocchi ulteriormente il resto delle norme di settore contenute negli altri articoli del ddl.

M5S: “Norma gravissima, chiederemo a Roma di farla impugnare”

“La norma varata all’Ars è una sanatoria in piena regola e di quelle peggiori. Altro che esigenza di dare norme certe, qui si rischia di fare a pezzi il paesaggio e si pretende pure di avere battute le mani. Il governo Musumeci, quello degli inceneritori, si sta confermando come il nemico numero uno dell’ambiente. E quello che più dispiace è che lo fa anche con l’aiuto di chi fino qualche mese fa si spacciava per paladino del paesaggio. Noi comunque non ci arrendiamo, se la norma martedì avrà il via libera con il voto finale, ci rivolgeremo a Roma per farla impugnare, come è giusto che sia”. Lo affermano i deputati del M5S all’Ars.

“Lo stesso Micciché – dice il responsabile nazionale delle politiche ambientali M5S, Giampiero Trizzino, dallo scranno della presidenza, ha detto che la norma è ad alto rischio di impugnativa. Bene, se malauguratamente dovesse essere approvata, il primo atto che produrrò sarà indirizzato al Consiglio dei Ministri, affinché valuti la sussistenza dei requisiti per trasmettere alla Corte Costituzionale la legge e dichiararne l’incostituzionalità. Parlare nel 2021 ancora di condoni edilizi, ci va piombare nel Medioevo. L’aggressione al paesaggio di questa norma, che estende gli effetti del terzo condono, di berlusconiana memoria, alle aree a vincolo relativo, per intenderci quelle tutelate dal paesaggio o quelle a rischio idrogeologico, è inaccettabile”.

Attiva Sicilia, “Non è sanatoria, ipocrisia dei Cinquestelle”

“Assistiamo ancora una volta alle solite mistificazioni per cui una legge che ha l’obiettivo da tutti condiviso di dettare regole contro ogni forma di abusivismo e che serve ad evitare assolute ingiustizie costruite sul vuoto normativo venga spacciata per una legge di sanatoria”.
Lo afferma in una nota Attiva Sicilia, che aggiunge: “Meraviglia l’ipocrisia che si palesa nelle posizioni espresse dal Pd e dai Cinquestelle, una falsa difesa di principi che cozzano contro la logica e contro gli interessi dei siciliani. Senza timore di smentita, parlare di legge di sanatoria oggi serve solo a trovare spazio nei titoli dei giornali”.

 

 

Articoli correlati