Solo la punta di iceberg. Quanto emerso fino ad ora e scritto sarebbe soltanto una goccia nel mare dei titoli farlocchi. L’abitudine a certificare titoli non posseduti sarebbe molto diffusa fra i manager siciliani molti dei quali sarebbero stati inseriti nell’albo degli aventi diritto senza possedere, in realtà, i titoli necessari.
Non si tratterebbe solo di direttori sanitari e amministrativi di Asp, ma anche di direttori generali di grandi aziende ospedaliere, manager in posizione di prestigio e che controllano il presente e il futuro della sanità siciliana, nominati da questo governo o dai suoi manager senza che chi doveva controllare verificasse i titoli certificati.
E per vederci chiaro in assessorato regionale sono arrivati i Carabinieri a chiedere copie dei verbali e degli allegati dell’attività della Commissione, istituita quasi tre anni fa e che preparò l’albo. La notizia dell’arrivo dei Nas si è diffusa nella serata di ieri ma l’accesso sarebbe avvenuto qualche giorno fa, prima che scoppiasse la vicenda sulla stampa o meglio a cavallo fra una denuncia e l’altra. I Nas avrebbero acquisito materiale e lo avrebbero consegnato alla magistratura che starebbe decidendo se esiste ‘notizia criminis’ e dunque se aprire l’indagine formalmente.
Il caso Noto, direttore sanitario dell’Asp 6 di Palermo, segnalato dal Cimo e poi rimosso dal manager Antonio Candela e sospeso dall’albo, sarebbe quello che ha fatto scattare tutte le verifiche prima ancora di finire sulla stampa. Dopo la vicenda Noto un altro sindacato, la Fials ha denunciato irregolarità sul curriculum di Guzzardi, direttore amministrativo della stessa Asp ma sul quale il direttore generale Candela mette la mano sul fuoco e che ha denunciato per diffamazione i suoi accusatori. Ma adesso circolano altri nomi.
Ci sarebbero curricula corretti di gran fretta dopo il caso Noto facendo sparire alcuni titoli certificati. Ci sarebbero direttori sanitari pronti a farsi da parte. Insomma il mondo dei grandi manager della sanità siciliana è in fermento se non trema.
La vera domanda è: chi doveva verificare? L’arrivo dei Nas in assessorato lascia pensare che le prima battute di una inchiesta che sta per partire ipotizzerebbe che i controlli non siano stati fatti dalla Commissione dell’assessorato. Ma dall’assessorato hanno sempre demandato la verifica alle aziende e proprio ieri hanno rilanciato un ulteriore giro di vite. L’acquisizione informale degli atti potrebbe, però, essere solo prepedeutica solo a cristallizzare la situazione ed evitare interventi correttivi come quelli che si dice stiano avvenendo. Per le responsabilità c’è tempo.
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