Il giudice della terza sezione del Tribunale ha inflitto in totale oltre 40 anni di carcere ai 13 imputati, tra impiegati dell’Ateneo palermitano e studenti, nel processo che ha fatto luce sul giro di compravendita di esami all’Università di Palermo, lo scandalo che ha scosso l’ateneo palermitano tra il 2008 e il 2010. Il processo iniziò nel 2014. Gli imputati erano accusati a vario titolo di falso ideologico, truffa informatica e abuso d’ufficio.
Ieri pomeriggio sono arrivate 13 condanne su 15 imputati: un solo assolto, Riccardo Della Vecchia e prescrizione per Ilenia Messina. La condanna più pesante l’ha avuta Rosalba Volpicelli, impiegata dell’ateneo. Per la donna è arrivata una condanna a 8 anni, mentre l’accusa ne aveva chiesti 6. Il collega Ignazio Giulietto è stato condannato due e mezzo. Pene pesanti anche per Walter Graziani e Alexandra Ntonopolou che hanno avuto 5 anni ciascuno; Andrea Tomasello, 3 anni e 8 mesi; Giuseppe Gennuso e Nunzio Fiorello, 3 anni a testa; Giuseppe Ciciliato, Paolo Coviello, Carlo Gaglio, Caterina Guddo e Francesca Pizzo, 2 ciascuno; Giuseppe Capodici 1 anno e sei mesi. Il giudice ha deciso anche il risarcimento dei danni all’Università, che era costituita parte civile.
Sotto inchiesta da parte del pm Amelia Luise, che aveva coordinato l’indagine assieme al collega Sergio Demontis, finirono alcuni esami sostenuti nelle Facoltà di Economia, Ingegneria e Architettura. L’indagine è nata da una denuncia a cui poi si sono aggiunte le ammissioni di alcuni ragazzi disposti a pagare pur di ritrovarsi nel libretto, grazie a una truffa informatica, esami mai sostenuti.
L‘inchiesta partì in seguito ad un’aggressione subita, nel luglio 2010, da Rosalba Volpicelli. La donna venne aggredita tra i viali dell’ateneo da un uomo di circa 30 anni. Una minaccia da parte di un cliente insoddisfatto, aveva ricostruito poi il commissariato Oreto-Stazione, al quale si era rivolta la stessa Volpicelli. Perché giusto in quel periodo erano partite verifiche amministrative a tappeto, per accertare eventuali irregolarità nel caricamento degli esami.
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