Il Tribunale del riesame di Palermo ha sospeso la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giovanni Cimino. La decisione in merito alla vicenda dei lidi di Cefalù finiti sotto sequestro.  Lo riferisce Cefalù Web.

Dopo il dissequestro dei lidi dunque, cessa anche l’obbligo di firma che era stata richiesta già dalla difesa per consentire al “padron dei lidi” di partecipare nel mese di ottobre a due importanti fiere per il settore turistico alberghiero, una delle quali si svolgerà in Cina.

Per la difesa di Cimino il provvedimento odierno “può essere auspicio di un avvio al chiarimento sulla perfetta leicità dell’imprenditore”. Il Tribunale di Termini Imerese, dove Cimino è imputato, aveva già rigettato tale richiesta alla vigilia del processo “Spiagge libere” previsto per giorno 11 ottobre.

L’imprenditore balneare cefaludese era finito agli arresti domiciliari a maggio del 2016 per corruzione propria aggravata: secondo gli inquirenti era coinvolto in un sistema di controllo che garantiva all’imprenditore di avere quasi un monopolio delle concessioni sul litorale in cambio di favori ai dirigenti, tra i quali l’assunzione dei figli presso le aziende di sua proprietà.

Con la compiacenza di due funzionari corrotti dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente avrebbe, in questi anni, assunto il controllo, diretto o indiretto, tramite familiari e prestanome, di circa l’80% delle strutture balneari operanti sulla spiaggia di Cefalù ed in altre spiagge del circondario.