Nuovo capitolo dello scontro all’interno di Forza Italia. “Miccichè è solo in confusione, meglio che taccia per non diventare strumento sciocco della sinistra”. L’assessore regionale alle Infrastrutture, l’azzurro Marco Falcone, uno dei componenti della pattuglia forzista nella giunta Musumeci ma anche uno dei dissidenti o ortodossi di Forza Italia, non ci sta alle parole odierne del Presidente dell’Ars

Qui le dichiarazioni di Miccichè

“Alterna nervosismo a totale confusione”

“Purtroppo, alternando momenti di nervosismo a fasi di confusione totale, colui che dovrebbe essere il garante della massima Istituzione democratica della Regione finisce per diventare il principale destabilizzatore della politica in Sicilia. Quando si parla del Governo dei siciliani, Micciché farebbe bene a tacere” afferma Marco Falcone commentando le odierne dichiarazioni del presidente dell’Ars.

“Sempre lavorato adottando comportamenti composti”

«In questi anni, infatti – prosegue Marco Falcone – gli assessori regionali di Forza Italia hanno sempre lavorato adottando comportamenti composti e coerenti, per garantire il prestigio del ruolo di governo coniugandolo all’orgoglio dell’appartenenza al nostro partito, Forza Italia, pilastro della coalizione di centrodestra al governo nell’Isola. Avremmo gradito – e come noi la maggioranza dei siciliani – che anche altri, nei propri ruoli, avessero fatto lo stesso”.

Alleanza costruita nel 2017 dopo disastri Pd

Falcone ricorda poi i passaggi politici “Nel 2017, dopo i disastri del Pd e della sinistra, abbiamo costruito un’alleanza che ha dato stabilità e buongoverno alla Sicilia. Speravamo che la vocazione autodistruttiva di Micciché si fosse sopita”.

Il suicidio elettorale del 2012 contestato da Miccichè

Falcone poi torna a mettere il dito nella piaga parlando ancora di quel 2012 che il Presidente dell’ars ha ricostruito oggi in  modo diverso “Del resto, gli elettori di centrodestra hanno ancora vivo il ricordo del suicidio elettorale del 2012. Qualcuno che ha ancora più memoria, poi, ricorderà anche i tormenti di Micciché già tra il 2006 e il 2008. Ahimè, dopo quattro anni e mezzo – conclude Falcone – dobbiamo prendere atto di come il presidente Micciché continui a sprecarsi, diventando lo strumento sciocco di una vuota, inconcludente, opposizione”.