“Continuo a leggere sulla stampa delle attenzioni che mi riserva l’ On. Gianpiero D’Alia, ma ormai non mi stupisce più niente. L’ultima volta che mi sono interessato di D’Alia è stato quando, nel 2008, ero già stato condannato in primo grado, e da capolista al Senato ho fatto si che la Sicilia fosse l’unica regione dove l’UDC superasse il quorum ed eleggesse tre senatori tra cui lo stesso D’Alia che era dopo di me in lista”.
Torna ad esternare l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro dopo il pesante attacco dei giorni scorsi e stavolta il suo bersaglio è l’ex compagno di partito Gianpiero D’Alia. “Ho contribuito in maniera determinante a fare il gruppo al Senato insieme ad Andreotti e agli amici Trentini e Valdostani per far sì che D’Alia facesse il Presidente del gruppo – ricorda Cuffaro. Dopo il mio ingresso in carcere, di lui ho solo letto sui giornali del suo disgusto e della sua presa di distanza dal male che io ero diventato – ed in questo era in buona compagnia, per la verità – e del suo abbraccio alla sinistra di Crocetta e Lumia”.
“Prendo atto – conclude Cuffaro -della cattiva memoria di Gianpiero D’Alia: per molto tempo sono stato buono, poi sono diventato cattivo. Cose che succedono. Non credo debba dedicare il mio tempo a dar sfogo a risentimenti che non ho nei confronti di nessuno. In politica è già difficile avere sentimenti figuriamoci risentimenti. Mi dedico oggi alla mia famiglia, alla quale ho fatto pagare un prezzo altissimo, ai miei amici e al ritrovato respiro lungo e libero della vita. Non se ne dolga l’On D’Alìa”.
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