“Basta addossare responsabilità, ascrivibili alla politica, sui sindacati che tutelano i diritti dei lavoratori! L’Assessore dei Beni Culturali si faccia parte attiva, anche nei confronti del Presidente della Regione, per rimuovere ogni ostacolo frapposto dalla peggiore burocrazia e pagare immediatamente quanto spettante ai lavoratori, individuando anche inefficienze e responsabilità che hanno portato a questo inaccettabile ritardo”.

E quanto si legge in una nota dei sindacati autonomi dei regionali che tornano a chiedere la disdetta dell’accordo firmato solo con i confederali e che tradiorebbe la logia della rappresnetanza.

Continua, dunque, lo scontro che rischia di lasciare chiusi i monumenti siciliani in occasione del 2 giugno e delle feste a seguire “L’Assessore Tusa si faccia parte attiva nei confronti del Presidente della Regione affinché avvii immediatamente anche i tavoli negoziali per il rinnovo dei contratti di lavoro e potere finalmente, come da egli stesso auspicato, riqualificare i dipendenti secondo le esigenze di una pubblica amministrazione moderna ed efficiente”.

“L’Assessore Tusa annulli, inoltre, l’accordo farlocco siglato dalla triplice sindacale – continua la nota degli autonomia – che, anche nell’ambito della categoria della tutela, vigilanza e fruizione dei Beni Culturali rappresentano una minoranza non qualificata. L’Assessore Tusa sappia che Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna non vogliono rovinare tutto ma, da sempre, hanno a cuore il buon andamento della Pubblica Amministrazione ma non possono consentire che la stessa continui a funzionare a “spizzichi e bocconi” senza alcuna certezza del diritto”.

“Se tutto ciò non sarà i siti culturali potrebbero rimanere chiusi e, certamente, non per colpa dei lavoratori o dei sindacati che tutelano i loro diritti! Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl-Fna sono, inoltre, perfettamente consapevoli sulla necessaria presenza di personale che sorvegli dall’interno i siti culturali, sancita da previsioni Costituzionali, dal codice dei beni culturali e anche dal decreto n.569/92 del Ministro per i beni culturali e ambientali redatto di concerto con il Ministro dell’Interno che detta norme in materia di sicurezza antincendio”.

“In ultimo, con grande senso di responsabilità – conclude la nota – dichiarano che il personale continuerà a garantire, nei giorni festivi e oltre i limiti previsti dal vigente contratto di lavoro, soltanto la tutela dei siti culturali che dovranno, però, essere remunerate utilizzando l’istituto del lavoro straordinario, ritenendo, per tale fattispecie, non più applicabile l’istituto dell’articolo 94 a causa, appunto, del colpevole comportamento della Regione. Tale straordinario dovrà essere remunerato dalle economie che Palazzo d’Orleans realizza, ogni anno, sulla pelle dei lavoratori, dal fondo destinato alle turnazioni ovvero dalle cospicue entrate, determinate dalla vendita dei biglietti di ingresso che, nel solo 2017, sono state di oltre 26 milioni di euro grazie allo spirito di abnegazione del personale addetto”.