“Irricevibile”. Così Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria Trapani bolla la proposta di Sogin, la società pubblica del nucleare, di includere anche la Sicilia nella Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, e spiega: “La Carta individua le aree sulla base di motivi tecnici, geologici e ambientali, ma la Sicilia non risponde ad alcuno di questi criteri: tre dei quattro siti individuati sono a sismicità media e con terremoti anche abbastanza frequenti; è una regione ad alto rischio idrogeologico; è distante geograficamente dai siti di produzione delle scorie. Eppure una delle regole principali nello smaltimento dei rifiuti è quella della prossimità, visto che il trasporto comporta sempre dei rischi, amplificati in questo caso dalla natura stessa delle scorie. Il fatto, poi, che si tratti di una regione insulare completa il quadro. Poi mi chiedo anche come sia possibile non tener conto dei mille vincoli, paesaggistici, urbanistici, di rischio idrogeologico e chi più ne ha più ne metta, cui è sottoposto un qualsiasi imprenditore che oggi voglia avviare una nuova attività, nel momento in cui si decida di costruire un ‘semplicissimo’ deposito nazionale di rifiuti nucleari.

Per quanto riguarda, infine, nello specifico le due località della provincia di Trapani, Calatafimi-Segesta e Fulgatore, sottolineo che si tratta di una delle zone più pregiate dal punto di vista paesaggistico, turistico, archeologico e agricolo e pensare minimamente di realizzare in questi luoghi un deposito nazionale di rifiuti radioattivi appare una idea assurda, frutto di una valutazione quantomeno superficiale. Siamo certi pertanto che Regione ed Enti locali interessati sapranno nei prossimi mesi e nelle sedi opportune far valere le proprie ragioni per evitare un ennesimo scempio ai danni della Sicilia”.

Ma il no alle scorie mette d’accordo tutti da destra a sinistra “La Sicilia non è, e non sarà mai la pattumiera delle scorie nucleari d’Italia! ” Così la presidente della commissione ambiente Giusi Savarino.

“Alla mappatura dei siti idonei allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi effettuata dalla Sogin, a cui Roma, mediante nulla osta, ha detto Sì, noi ci opponiamo con forza e diciamo NO. La prossima settimana convochero’ una Commissione con il governo regionale e gli amministratori locali, per affrontare il tema ed iniziare un percorso comune di lotta a questo provvedimento che ci viene imposto dall’alto. La salute dei siciliani è una priorità e non può essere svenduta, neanche sotto ricatto morale della promessa di posti di lavoro”.

“Per scongiurare ogni pericolo, ci muoveremo in maniera forte e sinergica, Comuni coinvolti, Ars e governo Musumeci, affinché la Sicilia venga tolta definitivamente dalla mappatura dei siti potenzialmente idonei allo stoccaggio. Ma mi chiedo, a Roma si ricordano del sud e della Sicilia solo per farne una pattumiera di scorie radioattive? Il discorso cambia per la mappatura delle opere da realizzare con i soldi del Recovery Fund. In quella mappatura, Roma dimentica sempre il Sud e la Sicilia, noi ci concentriamo su ciò che fa bene alla nostra terra, infrastrutture, ponte sullo stretto, alta velocità, chiusura dell’anello autostradale, e per questo non smetteremo di alzare forte la voce per ricordaglielo!” conclude Savarino.

“L’individuazione dei siti per lo stoccaggio delle scorie nucleari in Sicilia e’ profondamente sbagliata” afferma Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione Comunista. “Valutiamo negativamente la scelta di allocare due siti a Castellana Sicula e Petralia Sottana, comuni che fanno parte di dell’area naturale protetta delle Madonie, il cui territorio necessita di ben altro tipo di interventi per lo sviluppo. Chiediamo al governo nazionale di rivedere tale scelta e a quello regionale di opporsi così come stabilito all’unanimità dal Parlamento siciliano..
Infine, esprimiamo la nostra disponibilità ad agire insieme alle istituzioni locali, all’associazionismo ambientalista, alle forze politiche progressiste, al mondo sindacale, al volontariato per creare un ampio movimento di cittadine e cittadine che si oppongano a questo provvedimento deleterio per la Sicilia.

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