In sette le Regioni sono state individuate aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: si tratta di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Si legge nelle tavole allegate alla Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee. In Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta.

Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleari derivanti dalle centrali dismesse. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni.

La costruzione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi di bassa e media intensità e del Parco tecnologico annesso prevede dei benefici economici per il territorio che lo ospiterà. “Il decreto legislativo n.31 del 2010, al fine di massimizzare le ricadute socio-economiche e occupazionali legate al progetto, riconosce al territorio che ospiterà il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico un contributo di natura economica, secondo modalità che gli Enti Locali interessati regoleranno attraverso la stipula di una specifica convenzione con Sogin – si spiega sul sito del deposito nazionale – Tutti i paesi nei quali è in corso la realizzazione di depositi per i rifiuti radioattivi hanno adottato un sistema di benefici diretti e indiretti per le comunità che ospitano questi impianti, non solo come indennizzo per la porzione di territorio che sarà occupata per un lungo periodo, ma anche per riconoscere una forma di valore aggiunto alle comunità che accettano di partecipare alla realizzazione di un servizio essenziale per lo sviluppo del Paese.

Il contributo – si legge ancora – sarà formalizzato con un decreto del ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e con il ministro dell’Economia e delle Finanze”. In particolare, per quanto riguarda il valore aggiunto per le comunità locali dalla costruzione del il Parco Tecnologico, l’idea di affiancarlo al Deposito Nazionale “risponde all’esigenza di consentirne una maggiore integrazione con il territorio che lo ospiterà, attraverso la presenza di attività che potranno essere concordate con le comunità locali. Queste attività saranno in grado di rafforzare il ‘valore aggiunto’ per il territorio, con il coinvolgimento di istituzioni, università, associazioni e imprese locali”.

“Prima di parlare di depositi di scorie nucleari al Sud lo Stato italiano pensi a garantire le bonifiche per i siti inquinati che aspettiamo da oltre vent’anni, un ciclo dei rifiuti virtuoso e lo stop alle trivellazioni. Se uno Stato ha ampiamente dimostrato di aver fallito l’ordinario nelle regioni del Mezzogiorno, con quale faccia si propone di gestire anche lo straordinario come l’individuazione e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi? La mappa è vergognosa anche perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel Mezzogiorno del nostro Paese”. A dichiararlo è l’eurodeputato Ignazio Corrao.

“Quella di individuare aree in Sicilia e Sardegna – spiega Corrao -sarebbe un’ipotesi agghiacciante considerando che sono territori votati all’agricoltura, al turismo e alla valorizzazione delle risorse naturali. Ma si tratta anche di regioni che hanno zone già devastate da inquinamento, emissioni industriali velenose, discariche a cielo aperto e triangoli della morte. Il Governo si occupi piuttosto delle bonifiche dei territori del sud, anziché pensare di riversare ulteriori scorie. Auspico che il percorso di individuazione delle aree tenga conto delle specificità dei territori”.
“Assolutamente discutibile – sottolinea l’eurodeputato siciliano – è inoltre la scelta dell’Italia di dotarsi di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine e contemporaneamente i rifiuti di bassa, media ed alta attività. Si tratta dell’unico caso al mondo, che comporta per giunta la ‘nuclearizzazione’ di un nuovo sito, per il quale è decisivo il consenso dei cittadini e delle istituzioni locali. Condivido la proposta di Greenpeace secondo la quale sarebbe stato più ragionevole verificare più scenari, utilizzando i siti esistenti e applicando a ciascuno una procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

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