Un cartello di divieto d’accesso disegnato dai bambini a ricordare che i bagni della scuola non sono agibili. Questo è lo spaccato che rende l’idea sulle condizioni vissute dall’utenza e dagli alunni dell’istituo scolastico Sciascia, nel quartiere Zen di Palermo. Una struttura suddivisa su due plessi: uno sito in via De Gobbis e l’altro in via Adamo Smith. Edifici che, in entrambi i casi, vivono da anni una evidente condizione di degrado e di incuria, causata dai mancati lavori di manutenzione di cui si dovrebbe far carico il Comune di Palermo. Crepe sui muri, umidità, intere classi o aule inagibili ed infiltrazioni d’acqua sui tetti. I problemi, insomma, non mancano.
L’Assemblea dei lavoratori
A volte però le criticità sfiorano il paradosso. Come nel caso che abbiamo documentato in precedenza nelle aule di via Adamo Smith. Strutture del tutto inagibili ma nelle quali sono posti degli schermi hi-tech per attività di digitalizzazione degli alunni. Problemi affrontati questa mattina in una assemblea dei lavoratori della struttura, promossa dalle sigle sindacali. Luogo nel quale è stata fatta una riflessione anche sui fondi disponibili per ristrutturare l’istituto Sciascia ma che non sono mai stati utilizzati a causa di lungaggini burocratiche. Fatto che costituisce una “barriera architettonica” allo sviluppo psico-sociali dei ragazzi che, a causa di chiusure e di problemi, perdono importanti occasioni di socializzazione.
Le condizioni della scuola Sciascia
Una scuola fiaccata da anni di mancati interventi o di lavori eseguiti solo per rattoppare situazioni emergenziali. Opere, insomma, non risolutive e che hanno comportato diversi disagi alla dirigente scolastica della struttura. Istituto scolastico che deve far fronte, in particolare, alla chiusura di un’ala del plesso di via Adamo Smith. Luogo in cui si trovano ad esempio la palestra dell’istituto, nella quale è possibile rintracciare un’enorme pozza d’acqua, segno delle infiltrazioni d’acqua che stanno lacerando l’edificio.
“Abbiamo una batteria di bagni che non funziona e si dovrebbe capire dove sta il problema – dichiara ai nostri microfoni Ivana Caruso, professoressa dell’istituto Sciascia -. La cisterna non funziona, così a volte manca l’acqua e i bambini sono costretti a tornare a casa. L’ascensore non è utilizzabile e i riscaldamenti funzionano a singhiozzo. Siamo in una situazione disastrosa”.
Si attende il via libera degli uffici
Eppure, i soldi per rimettere in sesto l’istituto Sciascia ci sarebbero. Circa sei milioni di euro. Risorse funzionali a riqualificare le strutture ad oggi ammalorate da ricercare nei capitoli dei fondi ex Gescal e nel programma periferie. Interventi di cui il plesso avrebbe evidentemente bisogno. Ciò anche alla luce delle condizioni all’esterno del plesso, decisamente ammalorato e con ferri esposti all’azione ossidativa dell’area. Opere che, secondo quanto riferito dagli operatori del plesso, si attendono in alcuni casi addirittura dal 2009. Tanto che, qualche studente del plesso, ha avuto il tempo di diventare a sua volta genitore, senza però che il problema venisse risolto.
“Abbiamo locali dove piove dentro, con zone interdette – dichiara Ivana Caruso -. Al plesso Smith ci sono otto aula non agibili, trasferite alla struttura di via De Gobbis con tutte le difficoltà di tenere insieme una scuola elementare e una media. E’ da quattro anni che la nostra dirigente scolastica scrive al Comune di Palermo e a tutte le autorità per avere delle risposte. Il nostro lo abbiamo fatto. Siamo in attesa”.
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