Suona la campanella nelle scuole in Sicilia e già c’è chi è sul piede di guerra, pronto ad inviare segnalazioni in prefettura in caso di strutture non agibili. A dichiarare guerra è il Codacons siciliano che fa anche un appello ai vari presidi degli istituti siciliani di non aprire gli immobili se non sono a norma.

L’eterna questione sicurezza

Con la riapertura in Sicilia delle scuole torna alla ribalta la questione sicurezza degli edifici scolastici. Gli ultimi dati registrano un record di crolli e cedimenti in tutta Italia tra il 2022 e il 2023. Un problema annoso quello dell’edilizia scolastica che ancora non è stato risolto. Molte strutture risultano non a norma sul fronte antisismico, incendi, agibilità e altro ancora. Rappresentano un potenziale pericolo per studenti e insegnanti.

No all’apertura delle scuole insicure

“Chiediamo oggi ai presidi di non aprire le scuole a rischio – afferma Francesco Tanasi, giurista e segretario nazionale del Codacons -, quelle cioè che necessitano di interventi strutturali urgenti di messa in sicurezza. O che ancora non dispongono di tutti i certificati previsti dalla normativa. I presidi hanno il dovere di garantire l’incolumità degli studenti e del personale scolastico, e possono attivarsi per impedire situazioni di pericolo all’interno degli istituti”.

Pronti a segnale alle prefetture

“In assenza di misure adeguate – aggiunge Tanasi -, siamo pronti a chiedere in tutta Sicilia l’intervento dei prefetti. Questo affinché dispongano la chiusura coatta delle scuole che presentano carenze tali da mettere a rischio l’incolumità di ragazzi, insegnanti e personale scolastico”.

Gli ultimi fondi

Nel gennaio scorso l’ultimo stanziamento importante da parte della Regione. Il presidente Renato Schifani in conferenza stampa illustrò la manovra per intervenire sull’edilizia scolastica siciliana che non gode di buona salute. Dotare tutti i plessi della Sicilia della certificazione di vulnerabilità sismica, documento necessario per ottenere finanziamenti pubblici. A partire da quelli del Pnrr per ristrutturazioni e interventi di edilizia e per migliorare la sicurezza delle strutture. Una priorità strategica del governo regionale che ha stanziato 15 milioni a valere su fondi Po Fesr 2014/2020 da ripartire agli enti locali proprietari dei plessi scolastici.

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