Sono alle prime battute le indagini sulla morte di Antonino e Giacomo Lupo. Tante le ipotesi. Una quella che emerge dai primi racconti di quanti vivono allo Zen. Ci sarebbe stata una lite prima della sparatoria.

Anche su questo stanno indagando gli investigatori della squadra mobile, coordinati da Rodolfo Ruperti.

Sarebbero stati esplosi 16 colpi di pistola contro i due. Una tragedia per la famiglia Lupo che ieri sei era riunita per festeggiate il compleanno di Giacomo, un ragazzo dal fisico possente e con la passione per il pugilato.

Questa sera la famiglia Lupo piange invece due morti, oltre a Giacomo anche il padre Antonino, 53 anni, e una sfilza di precedenti penali per droga che riempie gli schedari di polizia.

Padre e figlio sono stati uccisi questa sera con colpi d’arma da fuoco in un agguato avvenuto nel rione Zen di Palermo, tristemente noto per il suo degrado sociale.

Tra i casermoni rosa chiamati “padiglioni” con all’interno delle “corti” che nelle intenzioni del progettista, l’architetto Vittorio Gregotti, dovevano ricreare l’ambiente dei vicoli del centro storico, e che invece sono diventati il luogo ideale per lo spaccio degli stupefacenti.

L’imboscata è scattata in via Rocky Marciano, a poca distanza dall’abitazione delle vittime, in via Agesia di Siracusa.

Subito dopo la sparatoria alcuni familiari, che hanno sentito i colpi di pistola e hanno intuito quanto stava accadendo, sono scesi in strada e hanno caricato su un’auto Antonino Lupo, che sembrava il più grave, mentre Giacomo è stato soccorso da un’ambulanza del 118. Una corsa che si è rivelata inutile. Quando sono arrivati nel Pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia Antonino e Giacomo Lupo erano già morti.

Davanti all’astanteria dell’area di emergenza si è immediatamente radunata una folla composta da parenti e amici delle due vittime che hanno cominciato a urlare e a dare in escandescenze. Una scena che si ripete spesso in queste occasioni. Gli agenti di polizia, intervenuti sul posto, hanno dovuto faticare non poco per sedare gli animi e riuscire a riportare la situazione sotto controllo. E’ dovuto intervenire anche il reparto mobile in assetto antisommossa.

I due cadaveri sono stati trasferiti nella camera mortuaria, in attesa dell’arrivo del medico legale che dovrà eseguire l’autopsia e del sostituto procuratore di turno chiamato a coordinare l’inchiesta. Le indagini si sono subito indirizzate verso l’ambiente dello spaccio degli stupefacenti attorno al quale orbitava Antonino Lupo, mentre il figlio Giacomo per gli archivi di polizia risulta incensurato. Sul suo profilo facebook le foto di un giovane amante della forma fisica e dei tatuaggi, sullo sfondo dei casermoni dello Zen. E poi la foto di Al Pacino tratta dal film “Scarface” con un commento: “Fermare me è come fermare il tempo. Impossibile”. Invece la giovane vita di Giacomo è stata “fermata” proprio il giorno dopo il suo diciannovesimo compleanno. Una festa che, secondo alcune testimonianze, sarebbe stata turbata da qualche discussione. E anche su questo si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti.

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