Non parteciperemo alle sedute serali di Consiglio Comunale“. Scoppia la polemica in merito alla decisione del presidente di Sala delle Lapidi Giulio Tantillo di convocare l’aula durante le ore serali. Provvedimento che ha trovato la dura presa di posizione dei gruppi di centrosinistra. In una nota congiunta, gli esponenti di Azione, PD, Progetto Palermo, M5S, Oso e Gruppo Misto hanno infatti annunciato che diserteranno i lavori d’aula fino a quando l’organo consiliare non verrà convocato di giorno. Fatto che logicamente mette a rischio la tenuta del numero legale durante le sedute. Ciò in un periodo reso difficile dalla presenza, all’ordine del giorno, di diverse delibere necessarie all’approvazione del bilancio di previsione 23-25.

Le opposizioni: “Non parteciperemo alle sedute serali”

Al di là del percorso ad ostacoli che contraddistingue i conti del Comune di Palermo, in Consiglio è scoppiata la polemica sugli orari di convocazione dello stesso. Come sopra ricordato infatti, le opposizioni hanno annunciato che non parteciperanno alle sedute serali. “Stamane abbiamo formalizzato con lettera al Presidente del consiglio comunale la nostra contrarietà alla convocazione dei lavori di consiglio comunale nelle fasce serali. Riteniamo che i lavori del consiglio debbano svolgersi in contemporanea agli orari di apertura degli uffici comunali così da poterli consultare in tempo reale qualora necessario e per evitare l’aggravio di costi per il personale e oneri accessori alla gestione, così come prescritto anche in sede di piano di riequilibrio. Riteniamo di non dover partecipare alle sedute di consiglio come forma di protesta, fino a quando lo stesso non verrà riconvocato in orari consoni“.

Fatto che potrebbe rallentare il percorso d’approvazione del bilancio di previsione 23-25. Un atto al quale il sindaco di Palermo Roberto Lagalla tiene molto e sul quale ha più volte richiamato la maggioranza a Sala delle Lapidi. L’obiettivo è approvare il documento economico-finanziario entro e non oltre il 31 maggio, così come attualmente previsto dalla proroga indetta dal Governo Nazionale. Un percorso reso però complicato dal numero di atti che rimangono da approvare, a cominciare dalla delibera sull’istituzione dell’imposta sui diritti portuali, passando a quelle sul tarifarrio degli impianti sportivi e dell’imposta di soggiorno. Una situazione di ritardi che stanno vivendo numerosi comuni siciliani, tanto da spingere l’Anci regionale a chiedere un’ulteriore rinvio dei termini al ministro Matteo Piantedosi.

 

Articoli correlati