Una diretta social di mezz’ora per raccontare il proprio incubo, le proprie sensazioni. Il disagio. La diciannovenne palermitana vittima dello stupro di gruppo subito lo scorso 7 luglio ha parlato attorno alle 22 del 30 agosto dalla casa protetta lontana da Palermo in cui alloggia dal giorno precedente.

Sceglie di confrontarsi con il pubblico – come riferisce Repubblica – attraverso TikTok dove ha più di 62mila followers, 30mila in meno di Instagram. Per ora almeno: sono numeri destinati ad essere aggiornati. Infatti su TikTok #ragazzadipalermo è diventato un hashtag. Fisiologico, inoltre, che il suo nome e cognome fossero noti.

E così è, le sue generalità sono note a migliaia di persone. Dentro e fuori dai social, da cui le giunge anche un saluto da parte di Sfera Ebbasta. Il trapper le ha inviato una breve clip per dirle “Ciao, fai la brava e ci vediamo presto” pronunciando il suo nome.

Sono moltissime le persone che conoscono la sua identità e che hanno approfittato di quella mezz’ora per domandarle come stesse dopo che a inizio settimana aveva postato dei video in cui si sfogava, alcuni molto cupi.

Un paio erano in ricordo della madre, scomparsa dopo una malattia e in cui lei «trova la forza» nonostante la lontananza. Al padre fino a ora non ha mai accennato, pare sia lontana anche da lui e che per questo vive con una zia materna.

Botta e risposta a chi la critica

Non sono mancate, tuttavia, le critiche per questa scelta. “Oh mio Dio, sei in comunità e puoi usare i social?”, recita lei stessa mentre legge ad alta voce uno dei commenti che, nel mezzo di una valanga di rose (più o meno l’equivalente dei like), la raggiunge mentre lei parla in video.

“Quelli potevano usare i social per scrivere stronzate e io non posso fare una diretta?”. Ribatte la ragazza riferendosi a Riccardo Parrinello, uno degli indagati tornato in carcere proprio per le sue uscite sui social.

Frustrazione

La frustrazione si leggeva chiaramente nei video che ha creato in risposta a chi, dall’alto, sostiene che parte della responsabilità dello stupro sia sua.

Le foto che pubblica, lo stile di vita che conduce, non essere stata in grado di difendersi da sette ragazzi. Sette. “Mi state portando alla morte”, lo ha scritto dopo l’ennesimo messaggio colpevolizzante ricevuto da un utente convinto sia facile capire quando davanti si ha uno stupratore. Non lo è.

In precedenza un altro tentativo di stupro, la procura indaga

La ragazza di Palermo si era saputa difendere in un’altra occasione, grazie allo spray al peperoncino. Era l’inizio dell’estate e quella volta erano in due: la procura sta indagando anche su di loro.

“Qui sto meglio”

Adesso la ragazza “Sta meglio”, lo ha detto in diretta: “Io come sto? Allora visto che me lo state chiedendo, da quando sono qui sto meglio”.

L’umore le è migliorato da quando è in una casa a indirizzo segreto, parte della Rete antiviolenza. Precisa ma ribadisce “ho dei momenti in cui crollo”.

Qualcuno poi le chiede di parlare dell’amica, ormai non più tanto misteriosa, che era con lei alla Vucciria la notte dello stupro. Cosa è successo, come mai l’ha abbandonata.

La ragazza difende l’amica

La ragazza di Palermo l’aveva già difesa chiedendo agli utenti di non aggredirla verbalmente perché “non è colpevole di nulla”.

Durante la live torna sull’argomento: “Voglio spiegare questa cosa: lei non mi ha abbandonata, magari aveva da fare. E l’ho perdonata”. Fa una pausa, preferirebbe non ricamarci troppo sopra: “però dai, non ne parliamo”.

Ma invece aggiunge, “però le cose che mi ha detto… poteva benissimo dirmi che la gente l’aggrediva perché pensava fosse complice, io avrei messo in chiaro che non è così”.

L’amica ha invece reagito diffamando la ragazza di Palermo per chiederle poi scusa. Ma stando alla diretta il chiarimento non c’è stato.

“Ha voluto che la nostra amicizia finisse ma io avrei anche potuto aiutarla, adesso che la gente mi segue, anche a trovare un lavoro. Ma non vuole. Che ci posso fare? Ora magari finisco la live e mi metto a piangere per lei”, dice pronunciando il nome dell’amica, ricordiamo, minorenne.

Tra le chiacchiere anche il resoconto di una strana chat privata con una ragazza. Secondo un utente Tik Tok, che raccoglie elementi della vicenda nel suo canale, si tratta della fidanzata del barista ambulante che ha versato alla ragazza sette shottini in meno di nove minuti, la notte dello stupro. “La sua ragazza mi ha pregata di scusarlo perché gli stanno scrivendo un sacco di cose brutte”, racconta. “Ma questo a me è successo”, puntualizza rivolgendosi a lui.

“E mi è successo per colpa tua, se tu sei il primo che mi ha fatto sentire male, cosa vuoi da me se la gente ora ti infama?” . Ancora rose virtuali, a quel punto, da parte di migliaia di persone che sono dalla sua parte. Dentro ed è auspicabile anche fuori dai social, perché è evidente che una differenza c’è.

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