Blitz della guardia costiera di Palermo in due centri di distribuzione della provincia: sequestrate 4 tonnellate di prodotti ittici non conformi alle normative sanitarie e sulla tracciabilità. Sono scattate sanzioni per oltre 3 mila euro.

Prima sanzione di 2 mila euro

Il primo sequestro è avvenuto all’interno di una cella frigorifera utilizzata per lo stoccaggio e la distribuzione di pesce. Qui sono stati trovati circa 900 chili di prodotto scaduto, pronti per essere immessi sul mercato. I militari hanno elevato una sanzione amministrativa di 2.000 euro.

Pesce privo di tracciabilità

Nel secondo deposito, gli ispettori hanno riscontrato la presenza di 2.950 chili di pesce privi di tracciabilità: 850 chili di ricciola e 2.100 chili di pesce spada. Anche in questo caso è scattato il sequestro e una multa di 1.500 euro.

Pesce sottomisura, guardia costiera multa e sequestra commercianti

Un altro intervento è avvenuto lo scorso marzo. La capitaneria di porto e i carabinieri della stazione Falde hanno sequestrato 785 chili di pesce tra cui pescespada e 25 chili di novellame di sarda, o bianchetto, la cui pesca è vietata dalla normativa comunitaria e nazionale. La pesca di questi esemplari, infatti, avviene prima del raggiungimento della maturità utile per la riproduzione e provoca a catena un progressivo impoverimento delle risorse ittiche. Ai commercianti abusivi sono state contestate diverse violazioni amministrative per 7400 euro. Solo 10 chili di prodotto ittico, è stato giudicato non idoneo al consumo umano ed avviato alla distruzione mentre la restante parte, pari a 775 chili, giudicato idoneo consumo umano da parte dei dirigenti medici dell’Asp 6 di Palermo è stato, devoluto in beneficenza al banco alimentare della Sicilia occidentale.

Anche a Cefalù i militari della guardia costiera hanno sequestrato a bordo di un veicolo 8 chili di novellame di sarda. È stata elevata nei confronti del conducente del veicolo una sanzione amministrativa di 500 chili. Il prodotto ittico ispezionato da parte dei dirigenti medici dell’Asp 6 di Cefalù è stato distrutto