La Polizia di Stato ha sequestrato beni per sei milioni di euro agli imprenditori palermitani Benedetto Bacchi, 46 anni e Francesco Nania, 49 anni che sono finiti nell’inchiesta Game Over che ha portato in carcere 31 persone accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su proposta del questore di Palermo Renato Cortese.
A Bacchi sono stati sequestrati 11 beni immobili tra Palermo, Partinico e Borgetto, 3 veicoli, 6 rapporti finanziari, 1 quota societaria, 4 società con sede a Partinico, 4 società con sede a Malta attive prevalentemente nei settori dei giochi e scommesse e dell’edilizia. Tra i beni una lussuosa villa in viale Margherita di Savoia.
A Nania è stata sequestrata una società nel settore dell’esportazione alimentare con sede nel comune di Ottaviano (Na). Le indagini della polizia hanno confermato l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale da gioco e di raccolta di scommesse nelle quali si muovono consistenti flussi di denaro che rappresentano una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale.
In questo settore Benedetto Bacchi ha un ruolo di primo piano visto che in poco tempo è riuscito a creare una rete di agenzie di scommesse abusive, principalmente col marchio “B2875”, capaci di produrre profitti di circa un milione di euro mensili.
Nello stesso provvedimento nei confronti di Bacchi è stata disposta l’amministrazione giudiziaria della Sicose srl, con sede a Partinico. Secondo le indagini della polizia socio occulto di Bacchi sarebbe Francesco Nania ritenuto capo della famiglia mafiosa di Partinico condannato con sentenza definitiva che ha scontato fino al 2013 per aver fatto parte di Cosa Nostra.
Sarebbe stato proprio Nania il “gancio” interno a Cosa Nostra che ha sostenuto Bacchi nei rapporti le diverse articolazioni territoriali della consorteria criminale.
Nania ha diversificato i suoi affari tanto che ha sviluppato un proprio progetto imprenditoriale nel settore dell’esportazione di prodotti alimentari verso gli Stati Uniti d’America, servendosi di un commercialista campano, arrestato nell’operazione Game Over, formale intestatario della Trading Enterprise srl, anche questa società finita nel sequestro.
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