Nessun colpevole per gli abusi edilizi e difformità urbanistico edilizie contestati ai dirigenti regionali, comunali e ai gestori del Cala Levante il sea lounge club sul lungomare Cristoforo Colombo  a Palermo che fu sequestrato nel 2016.

Giovanni Arnone, dirigente generale del dipartimento regionale dell’Ambiente e Andrea Schirò, responsabile del procedimento e dirigente dello sportello unico per le attività produttive del Comune di Palermo, hanno rinunciato alla prescrizione e sono stati assolti dai giudici della terza sezione presieduta da Fabrizio La Cascia perché il fatto non costituisce reato.

Arnone è difeso dall’avvocato Ottaviano Pavone, mentre Schirò dagli avvocati Vito Agosta e Claudio Gallina Montana.

Per Salvatore Grassedonio, dipendente comunale e responsabile del procedimento, Luca Insalaco, dipendente dell’assessorato regionale al Territorio e legale rappresentante dell’associazione sportiva “Okeanos”, Lucietta Accordino, dirigente del settore urbanistica ed edilizia del Comune di Palermo, Marco Misseri, amministratore unico della società “Punta Levante srl” è scattata la prescrizione.

I funzionari pubblici erano imputati per abuso d’ufficio, mentre i gestori per reati ambientali per avere eseguito opere in assenza di autorizzazione.

Il sequestro del locale era stato eseguito per difformità urbanistico-edilizie e il mancato rispetto delle norme di tutela del paesaggio e dei vincoli ambientali e naturalistici della scogliera dell’Addaura. Secondo gli investigatori il sistema autorizzativo era illegittimo: le concessioni demaniali ai fini turistici balneari sono state utilizzate per l’apertura di esercizi commerciali, quali ristorazione ed attività danzante. L’indagine sarebbe nata dall’esposto di alcuni cittadini residenti nella zona dell’Addaura, luogo in cui si trova il Cala Levante.

 

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