La corte d’Appello, presidente Aldo Negri, consiglieri Patrizia Ferro e Sabina Raimondo, ha rigettato la richiesta della procura di Palermo di bloccare la restituzione dei beni agli imprenditori Niceta. Il patrimonio, come scritto nel provvedimento, verrà restituito.

Tre giorni fa la procura di Palermo aveva presentato, attraverso il pm Pierangelo Padova, appello contro la restituzione dei beni (valutati 55 milioni all’epoca del sequestro, dieci volte di meno oggi) ai titolari di catene di negozi di abbigliamento che si trovavano in tutta la Sicilia. La proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale era stata rigettata dal tribunale dopo un sequestro durato quattro anni e mezzo.

Nell’appello il pm Padova aveva ricordato che il collegio delle Misure di prevenzione presieduto da Raffaele Malizia, giudice estensore Vincenzo Liotta, aveva definito Mario Niceta, il padre dei fratelli Massimo, Mario e Olimpia, un “imprenditore mafioso”. Ne aveva limitato, però, temporalmente la condotta illecita, tanto da ritenere puliti, da un determinato anno in poi, i suoi interessi commerciali e da escludere la pericolosità sociale dei figli. Dice l’avvocato Salvino Pantuso, che difende i Niceta: “Viene ridata la possibilità a imprenditori puliti di rimettersi in gioco”.