Oggi 26 gennaio, con una azione simbolica quanto incisiva, gli occupanti delle case sotto sgombero vogliono rivendicare quello che è un diritto di tutti: il poter continuare a vivere tra quelle mura che fungono da nido da più di dieci anni a decine di famiglie che, con un procedimento di sfratto pendente, rischiano di ritrovarsi abbandonati per strada nei giorni più freddi dell’anno. E’ quanto si legge in una nota della Confederazione Unitaria Di Base.

“Silenzio e indifferenza delle istituzioni”

Prosegue la nota: “L’occupazione simbolica della Cappella Palatina – in concomitanza col presidio contro il carovita sotto la Presidenza della Regione – vuole essere una risposta al silenzio e all’indifferenza dimostrata dalle istituzioni coinvolte, totalmente proiettate verso politiche gentrificatrici, a scapito delle esigenze di famiglie e singoli individui sempre più soli nella lotta alla sopravvivenza. Per il blocco immediato di tutti i procedimenti di sgombero!”.

Le richieste dei manifestanti

La nota si conclude con le richieste dei manifestanti: “Per una soluzione dignitosa e strutturata dell’emergenza abitativa, piaga del tessuto sociale di questa città!
Contro le politiche di sradicamento del tessuto popolare dal proprio contesto abitativo, fonte di alienazione sociale e fenomeni di crisi sociali.
Per l’istituzione di un tavolo permanente tra Prefettura, Comune, Regione, Curia e Parti Sociali che possa affrontare tutte le emergenze cittadine”.

Il presidio contro il carovita

Sono tornati in strada i comitati a Palermo per protestare contro il carovita. Diversi lavoratori, ma anche disoccupati, si sono ritrovati sotto il palazzo della Presidenza della Regione, a piazza Indipendenza, per pretendere un incontro. I commercianti hanno le idee chiare e infatti sono muniti di una piattaforma rivendicativa. “Vogliamo la moratoria sui distacchi delle forniture elettriche, l’applicazione degli articoli 37 e 38 dello Statuto siciliano per abbattere i costi di luce, gas e carburante. E, non meno importante, il taglio delle accise. Non ce ne andremo finché non otterremo l’incontro” dichiara Gioacchino Quartararo, portavoce del comitato “Uniti si Vince”. Ed effettivamente in mattinata l’incontro si è tenuto e c’è stata l’interlocuzione diretta con i comitati contro il carovita.

Manifestazioni e assemblee in serie

Dall’ultima manifestazione, infatti, sono proseguite le assemblee, gli incontri, i presidi per unirsi contro lo scellerato aumento di luce e gas. Oggi, nonostante il silenzio di tutte le istituzioni secondo i comitati, centinaia di attività chiudono i battenti. Tra queste anche diverse attività a conduzione familiare. Ma insieme a loro, anche centinaia di lavoratori rischiano di essere licenziati. È per questo che negli ultimi mesi la protesta è diventata collettiva, in tutta la città di Palermo, unita dalla lotta contro le speculazioni e lo sfruttamento.

Situazione frutto di speculazioni

“Il carovita e l’aumento progressivo del costo dell’energia, infatti, è il frutto di speculazioni scellerate che ricadono sui lavoratori e disoccupati. Non possiamo più pagare il costo di questa crisi, adesso tocca costringere chi specula a tagliare gli oneri” dichiara Giovanni Siragusa di Antudo Palermo. Nella mattinata i commercianti sono stati ricevuti dalla Presidenza della Regione per prendere note delle rivendicazioni dei soggetti sociali scesi in piazza. Urge una risposta chiara da parte di tutti i governi: locali, regionali e nazionali. Una richiesta avanzata per risolvere una problematica, quella del carovita, che unisce migliaia di persone in tutta la Sicilia.

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