Coprifuoco a partire dalle 21 in tutto il Paese senza distinzioni fra regioni, stop alla mobilità interregionale se non sia motivata da urgenze o da motivi di lavoro o di salute e poi una serie di altre misure da modulare in funzione dell’andamento del contagio nei vari territori.

Prende forma il nuovo dpcm che potrebbe vedere la luce domani. L’Italia sarà divisa in tre aree in base alla curva epidemiologica. Aree anche non contigue fra loro. Su base nazionale si prevedono interventi in vari settori. Resta ferma la riduzione di riempimento al 50% dei mezzi di trasporto come deciso dal precedente dpcm, aumenta la didattica a distanza a scuola che potrebbe essere applicata a partire dalla seconda media lasciano in presenza solo scuola dell’infanzia elementari e primo anno di medie. Chiusura dei corner di scommesse giochi e lotterie nei bar e nelle tabaccherie, chiusura dei centri commerciali nel fine settimana; chiusura di musei e stop a mostre e iniziative culturali. Su questo punto è già polemica con l’assessore regionale dei beni culturali in Sicilia, il leghista alberto Samonà al quale rispondono grillini locali.

Tutto questo si aggiunge alla chiusura già disposta di cinema teatri sale bingo e palestre. Alle regioni resta la facoltà di disporre misure più stringenti ma non di allargare le maglie.

Alle misure nazionali si affiancheranno interventi mirati a livello locale. Dunque l’Italia sarà divisa in 3 zone: “si stabiliscono dei criteri – spiegano fonti di governo – che fanno scattare un automatismo; a determinati scenari, corrispondono determinate misure.” Nella prima fascia ci saranno le Regioni considerate a “rischio più alto”, dunque quelle dove la situazione è compatibile a quella ipotizzata nello ‘scenario 4’ del documento dell’Iss: un Rt sopra l’1,5 e una “trasmissibilità non controllata” del Covid. Con i dati attuali ci finirebbero il Piemonte, la Lombardia – entrambi con Rt sopra il 2 – e la Calabria ma la situazione potrebbe cambiare: nelle prossime ore saranno disponibili i dati aggiornati del monitoraggio, con il Cts che si riunirà per analizzarli in modo da consegnare al governo la ‘fotografia’ più attuale della situazione epidemiologica in Italia. E’ questa’ la fascia in cui sono previste le misure più restrittive: dai lockdown locali a livello provinciale per almeno 3 settimane alla limitazione della mobilità individuale fino alla chiusura dell’intera Regione ad eccezione delle attività essenziali. In questa fascia si è già posta, autonomamente, la provincia di Bolzano: dopo aver lasciato aperti bar e ristoranti in contrasto con il Dpcm del 24 ottobre, ora ha annunciato un lockdown di 3 settimane

In seconda fascia ci sono invece tutti quei territori in cui il fattore di rischio è compatibile con lo ‘scenario 3’, con un Rt tra 1,25 e 1,5 e una “trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo”. In questa fascia c’è la Sicilia che nell’ultimo report disponibile denunciava un indice rt di 1,42

In questo caso sono previsti interventi “lievemente meno restrittivi” ha detto il premier. Quali? Chiusura di attività, limitazioni alla mobilità in comuni e province, chiusura di scuole e università in base alla situazione epidemiologica.  Provvedimenti che vanno assunti dalle Regioni che, però, vogliono leggerlo questo dpcm prima che venga adottato. Voglionochiarezza di compiti e responsabilità.

Nell’ultima fascia, la terza, finiranno invece tutte le Regioni che hanno un indice di rischio compatibile con lo ‘scenario 2’, dove l’Rt è tra l’1 e l’1,25. Stando all’ultimo monitoraggio disponibile, in questa fascia oggi ricadrebbero solo la Basilicata (1.04) e la Sardegna (1.12).

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