“La Regione siciliana si troverebbe in piena dissonanza con l’ultimo documento sulle pari opportunità, redatto a Matera in occasione del G7 per le pari opportunità e l’empowerment femminile. Si tratterebbe di una scelta in antitesi con la nostra Costituzione e con tutta la legislazione nazionale ed internazionale. Se la norma dovesse essere approvata, saremmo di fronte ad un clamoroso passo indietro in quel cammino di emancipazione delle donne che dovrebbe vedere, in prima linea e compatte, tutte le istituzioni del nostro Paese”.
Le parole di Marisa Fagà
Così Marisa Fagà, presidente dell’Ande, associazione nazionale donne elettrici, commenta la proposta di legge già varata dalla prima commissione Affari istituzionali e che sarà discussa dall’Assemblea regionale siciliana che prevede all’articolo 2 come “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore ai 3 mila abitanti – si legge nel testo della normativa – nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 20 per cento”.
Le richieste dell’Ande
“Se una norma del genere dovesse essere approvata – commenta la presidente dell’Ande – ci troveremmo di fronte ad un messaggio di arretratezza culturale di cui la Sicilia non ha certamente bisogno. Bloccando al 20 per cento la soglia minima di rappresentanza per entrambi i sessi, di fatto, si sbarra la strada alla candidatura delle donne. La Sicilia si adegui alla normativa nazionale, così come hanno fatto le altre Regioni, normativa che stabilisce una percentuale minima del 40% di rappresentanza per entrambi i generi”. L’Ande sarà in prima fila alla manifestazione del 15 ottobre in Piazza del Parlamento a Palermo, indetta da diverse associazioni, per chiedere pubblicamente al governo Schifani di stralciare il l’articolo 2 della normativa.
Commenta con Facebook