“Tutto ciò su cui mette mano la Regione Siciliana è un pasticcio. L’ultimo è il censimento sulle opere incompiute redatto dall’assessorato alle infrastrutture. Solo grazie al lavoro del Movimento 5 Stelle, i siciliani possono avere piena contezza che le opere incompiute in Sicilia sono molte di più rispetto al censimento che ha stilato la Regione Siciliana. Siamo riusciti ad inserire e fare approvare nel Collegato alla Finanziaria una norma per consentire il completamento delle incompiute, ma i dati riportati nell’Elenco dall’Assessorato sono incongruenti, e pare che il governo Musumeci non stia facendo nulla nè per sensibilizzare i Comuni a denunciare le incompiute, né per fare luce su come stanno le cose”.

A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola che, con una interrogazione rivolta al presidente della Regione e all’assessorae regionale alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Siciliana Marco Falcone chiede chiarimenti all’elenco -anagrafe regionale delle opere incompiute per l’anno 2018.

“L’assessore Falcone – spiega il deputato M5S –  nonostante a parole sembra voler venire incontro a quanto abbiamo più volte sollevato, non fa nulla di concreto. I dati contenuti nell’Elenco regionale sono incongruenti persino rispetto alla relazione presentata dalla task force sulle incompiute istituita ad agosto dallo stesso Falcone. Rispetto all’analisi anno scorso, sono uscite 36 incompiute e ne sono entrate 28. Ma le 36 che sono sparite da quell’Elenco, oggi non sono state né completate né abbattute”.

“Quindi – sottolinea ancora Di Paola – non è chiaro il criterio in base al quale trentasei opere non siano più contemplate nell’Elenco relativo all’anno 2018, mentre altre quattro, che la task force aveva inserito tra quelle ‘completate’, continuino a comparire insieme ad altre destinate alla demolizione. Nello specifico la Regione Siciliana ha rilevato che dieci delle opere presenti nell’Elenco – anno 2017 sono state completate, ma quattro di esse continuano a risultare nell’Elenco delle opere incompiute anche per il 2018, ed in particolare: la ‘Costruzione dell’impianto di depurazione reflui della fognatura comunale’ del Comune di Santo Stefano Quisquina, il ‘Ripristino e completamento impianti sportivi il località Rafa’ del Comune di Galati Mamertino, i Lavori di recupero e conservazione dell’istituto agrario F. Eredia diCatania – della Città metropolitana di Catania e ancora il ‘Progetto per lavori di costruzione piscina comunale coperta ubicata di Pachino.

“L’assessore Falcone – aggiunge Di Paola – spieghi realmente quante sono le opere che possono essere completate e a quanto ammonta l’impegno economico della Regione”.

“Come i cittadini siciliani ricordano – spiega Di Paola – i mesi scorsi ho completato un tour di tutte le opere incompiute siciliane, quindi ho chiarissimo il quadro generale e specifico di ciascun manufatto non completato di ogni città. Ebbene, fa sorridere che siano sparite dall’elenco del censimento delle opere incompiute siciliane strutture e manufatti ancora totalmente abbandonati e su cui non lavorano mezzi e operai da anni.  A questo punto – sottolinea Di Paola – chiedo al governo regionale se intenda proseguire nelle attività di monitoraggio effettuate dalla Task Force per verificare l’esatta corrispondenza tra l’elenco redatto ed il numero effettivo delle opere, tenendo conto dello stato d’avanzamento dei lavori, delle possibilità di completamento e di utilizzo, sino al collaudo e fruibilità delle opere stesse. Chiedo inoltre quale sia l’effettiva condizione delle singole opere incompiute che non risultano più nell’Elenco-anagrafe relativo all’anno 2018 e per quale ragione – conclude Di Paola – compaiono in Elenco opere che la Task force aveva individuato come completate o da demolire”.

“Prendiamo atto della ricostruzione del collega Di Paola riguardo le presunte carenze del censimento delle Incompiute redatto dalla nostra Task force, ma temiamo che siano stati travisati i termini della questione. Una cosa è infatti l’elenco SIMOI (Sistema Informatico Monitoraggio Opere Incompiute) voluto dal Ministero delle Infrastrutture e che, per legge, il Dipartimento regionale tecnico è tenuto a pubblicare online; tutt’altra storia sono i risultati della Task force sulle Incompiute voluta dal Governo Musumeci, un censimento condotto attraverso una capillare indagine nei Comuni siciliani che fanno i conti con tale piaga”.

Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, facendo il punto dopo un’interrogazione del M5s secondo cui i dati elaborati dqlla Task force sulle Incompiute siano “incongruenti”.

“Occorre ricordare – prosegue Falcone – che il MIT, ogni anno, obbliga le stazioni appaltanti a inserire nel SIMOI le opere ritenute “incompiute” secondo la definizione della legge, ovvero i casi di opere interrotte per contenziosi o cause di forza maggiore. L’attività della Task force ha preso spunto dai dati SIMOI 2017, integrati e rielaborati dall’Assessorato attraverso le puntuali ricognizioni nei Comuni, le audizioni e le relazioni degli enti. Un’iniziativa di ampio respiro che finora mai si era registrata in Sicilia – rimarca l’assessore alle Infrastrutture – varata su preciso input del Governo Musumeci per voltare pagina in concreto per completare oppure abbattere le incompiute siciliane”.

“I disallineamenti – conclude l’assessore – potrebbero dunque derivare dall’inserimento, compiuto dalle stazioni appaltanti nel passato, di opere incomplete sì ma non definibili “incompiute” ai sensi della legge. Sulle eventuali difformità, in ogni caso, la Task force è già al lavoro per rimettere ordine nei dati ove fosse necessario”.

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