L’ufficio centrale del Tribunale di Palermo ha ricevuto i dati definitivi del voto a Messina e a Catania. C’è voluto un mese per avere il quadro completo dei 70 eletti all’Assemblea regionale siciliana; i ritardi di Messina e Catania sono stati causati dalla necessità di ricontare le schede per una serie di errori riscontrati in alcune sezioni durante lo spoglio e la verbalizzazione.

La convocazione

Nel giro di 48 ore i 21 eletti nelle due circoscrizioni dovrebbero essere convocati dai rispettivi Tribunali per il ritiro degli attestati: alcuni eletti sono già stati contattati, altri invece attendono l’invito per la proclamazione.

Tutto fermo da un mese

In Sicilia l’election day del 25 settembre ha consentito agli elettori di andare a votare in un’unica tornata per le politiche e le regionali. Ma mentre a Roma si è formato il nuovo governo Meloni e le Camere hanno votato gli uffici di presidenza, a Palermo tutto era fermo. Otre il fatto dei 21 deputati (13 a Catania e 8 a Messina) che devono essere proclamati.

Sicilia paralizzata

Così a distanza di un mese dal voto tutto è paralizzato: niente Assemblea siciliana e niente governo, col presidente della Regione, Renato Schifani, da quasi due settimane con in mano tutte le deleghe. Gli uffici circoscrizionali di Catania e Messina stanno ancora verificando le schede per via di una serie di errori emersi in alcune sezioni delle due province. Solo dopo che l’ufficio centrale proclamerà tutti gli eletti, la segreteria generale dell’Assemblea potrà organizzare l’accoglienza dei 70 neo-deputati e a seguire la convocazione della prima seduta parlamentare della XVIII legislatura con l’elezione del presidente dell’Assemblea.

All’insediamento dell’Ars è legato a stretto filo Schifani: una norma di due anni fa prevede che a partire da questa legislatura gli assessori nominati dal presidente della Regione debbano giurare davanti all’Ars prima di potersi insediare e assumere le piene funzioni.

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