In Sicilia il 50 per cento dei comuni è senza piani di emergenza, obbligatori per legge perché necessari ad affrontare eventuali calamità naturali e disastri in modo tempestivo. E questo nonostante l’isola sia per quasi l’80% territorio a rischio sismico oltre ad essere esposta a rischi vulcanici e a consistenti rischi idrogeologici

È quanto è emerso nella riunione in Prefettura, a Palermo, nell’ambito della “Settimana nazionale di Protezione civile” alla presenza del prefetto Antonella De Miro e del capo del dipartimento regionale di Protezione civile Calogero Foti.

Per il prefetto “i sindaci sono i primi responsabili del sistema locale di protezione civile, la loro formazione è fondamentale per la conoscenza del territorio che consente di prevenire e pianificare gli interventi in caso di prima emergenza e per fare scelte di governance”.

Intanto a livello regionale si tenta di dar vita ad un sistema di risposta efficiente. Si chiama Gecos, è la sala operativa virtuale creata dalla Protezione civile regionale, finanziata con fondi europei, per la gestione unica delle emergenze in Sicilia e che collega tutte le componenti e le strutture operative regionali.

La piattaforma, già definita, ha appena ottenuto il via libera dalla giunta Musumeci. “Serve per potere conoscere l’evoluzione di un evento, le necessità, individuare le risorse che devono intervenire ma soprattutto in prevenzione per poter implementare secondo un codice comune la piattaforma di Protezione civile”, ha spiegato Il capo del dipartimento della Protezione civile regionale Calogero Foti a margine della riunione in Prefettura.

“L’importante è fare in modo che chiunque possa sostituirsi all’altro secondo una logica di continuità”, ha aggiunto Foti. La Protezione civile regionale sta lavorando inoltre per duplicare la sala operativa di Palermo. Entro un anno nascerà a San Giovanni La Punta, il polo di riferimento per la Sicilia orientale. “I lavori sono già stati consegnati e rispetteremo i tempi”, ha proseguito Foti.

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