Dall’analisi del rapporto annuale della Banca d’Italia “l’Economia della Sicilia” (giugno 2023 – dati 2022), si evince una riduzione del 28% delle dipendenze bancarie nell’arco temporale 2015 – 2022. Gli sportelli bancari costituiscono il tradizionale canale di distribuzione dei servizi finanziari, ma il loro numero è iniziato a diminuire nel 2009 in seguito alla ricerca di una maggiore efficienza operativa da parte degli intermediari e al consolidamento del settore.

La diminuzione ha avuto un’accellerazione dopo il 2015 con la diffusione delle nuove modalità di interazione a distanza della clientela, favorite dall’innovazione tecnologica e dalle nuove abitudini di pagamento delle famiglie.

Sempre meno sportelli bancari in Sicilia

La riduzione segnata in Sicilia nel periodo sopra indicato pari appunto al 28%, è in linea con la media nazionale. Alla fine del 2022 erano presenti 23 sportelli ogni 100.000 abitanti, un valore sostanzialmente analogo a quello medio del Mezzogiorno ma inferiore al dato italiano.

La capillarità dei punti operativi in Sicilia risulta eterogenea nel territorio.

Tra il 2015 e il 2022 si sono osservate 826 chiusure e 341 aperture di sportelli bancari e il 70% di queste ultime sono collegate alle acquisizioni di reti distributive in seguito a operazioni di consolidamento del settore bancario. Un terzo delle altre aperture si è realizzato in comuni dove l’intermediario era già presente. I comuni dove si sono verificate esclusivamente chiusure sono maggiormente diffusi nelle aree centro-meridionali dell’Isola.

Un terzo dei comuni siciliani senza una banca

Il calo degli sportelli ha determinato un aumento dei comuni non serviti da banche, passati nel periodo considerato da 71 a ben 138 (su un totale di 391 comuni); in tutti questi territori sono tuttavia presenti sportelli postali e nella maggior parte dei casi, è attiva almeno una tabaccheria, che può offrire comunque soltanto servizi minimi di pagamento in sostituzione di quelli degli istituti di credito.

La crescente offerta online consente di accedere ai servizi finanziari anche tramite il web.  Dall’analisi della Banca d’Italia risulta che nei comuni non serviti da sportelli bancari risiede poco meno del 7 per cento dei siciliani e nel complesso l’attività economica è modesta: gli addetti delle imprese non agricole rappresentano il 3,9 per cento del totale regionale e il reddito imponibile pro capite delle persone fisiche è di circa il 15 per cento inferiore alla media della regione. Le distanze dai comuni serviti da uno sportello bancario – si legge sempre nel report – risultano mediamente contenute e il tempo necessario per raggiungere in auto il comune servito più vicino è compreso tra 10 e 15 minuti.

Gli effetti negativi della desertificazione bancaria

Purtroppo, però,  con il venir meno degli sportelli bancari si sono creati enormi disagi all’utenza che per scarsa scolarizzazione, poca dimestichezza con gli strumenti online e/o appartenenza ad una fascia di età avanzata, non può beneficiare agevolmente dei servizi bancari senza tener conto che il ruolo sociale degli istituti di credito risulta sempre piu’ svilito.

In Sicilia, dove appunto il fenomeno della chiusura degli sportelli è più marcato e ormai oltre un  terzo dei Comuni  è privo di sportelli, si assiste da anni a questo fenomeno senza registrare interventi di regolatori finanziari o  politici, con un rischio reale e concreto di mancato supporto alle attività produttive, scarsa o inesistente  assistenza creditizia, allontanamento di famiglie e imprese dal circuito legale del credito ed un correlato pericolo di aree di espansione di organizzazioni criminali, ricorso all’usura e ad attività finanziarie illegali.