La rateizzazione del debito della Lega in 80anni è una vergogna. Ma non certo l’unica vergogna di questo governo razzista. Cori e proteste non finiscono mai. In una Sicilia che si è riscoperta dic entrod estra alle ultime elezioni e che ha tributato un numero di voti inaspettati alla Lega alle nazionali, cresce una fronda sempre più dura nei confronti della polizia leghista. Una fronda che non è dato sapere quanto corrisponda, poi, a ciò che viene espresso nelle urne, ma comunque una fronda che va dalla politica attiva a quella militante passando per le piazze.

Così un sindaco sicilia, quello di Lentini, Saverio Bosco, scrive al governo chiedendo di rateizzare in 80 anni i debiti dei suoi concittadini come racconta l’Espresso. Tocca un punto dolente. Il fisco non rateizza i debiti dei cittadini in difficoltà. Al massimo, dopo lunghe trattative e magari unprocesso, arriva a 72 mesi ovvero 6 anni. 80 anni per la Lega contro massimo 6 per un imprednitore in difficoltà che non ha mai rubato ma non è riuscito a pagare le tasse a causa della crisi è una vergogna indicibile. Una vergogna facile da cavalcare.

Ma la fronda anti Lega porta anche il volto inaspettato di Gianfranco Miccichè, il presidente forzista dell’Ars che dopo una prima uscita un po’ sopra le righe, adesso torna sull’argomento e lo fa con ancora maggiore forza incurante dell’eventuale ritorno di fiamma fra Salvini e Berlusconi del quale spesso si vocifera.

Il Commissario di Forza Italia in Sicilia ha usato, ieri sera, la platea di Fiuggi per dire nuovamente la sua.  “Per Forza Italia è un momento difficile. Siamo i servi di Salvini, continuiamo a far crescere la Lega e noi perdiamo voti al Nord. In compenso, se si fa l’analisi del voto, in alcune regioni del centro e in tutte quelle del Sud siamo sempre al 20 per cento”. Lo ha detto Gianfranco Miccichè, commissario straordinario di Forza Italia in Sicilia e presidente dell’Assemblea regionale siciliana, intervenendo durante la convention azzurra in corso a Fiuggi.

Su un altro fronte, il commissario azzurro nell’Isola ha proseguito: “A proposito di migranti, vi avrei invitati tutti sulla nave Diciotti, sulla nave maledetta, a vedere le condizioni in cui erano ridotte quelle 170 persone, per capire se Salvini è un leader, un uomo di Stato”. Poi ha concluso: “Da ragazzo avrei voluto morire socialista, poi mi hanno convinto anche a morire popolare, ma nazista e razzista non mi ci fanno morire”.

Ma il fronte di scontro non è solo politico. Occasione di piazza è stata data, sempre ieri, da una fronda del corteo del Pride a Palermo.  Un drappello dia derenti allo Slai Cobas distribuivano volantini contro il governo e in particolare contro il Ministro salvini. E’ esploso un parapiglia non si capsice bene perchè, al termine del quale una donna è stata fermata e portata in questura.

Secondo il sindacato la polizia avrebbe tentato di impedire la distribuzione dei volantini mentre le forze dell’ordine parlano del rischio di rissa fermato sul nascere.