“Stiamo raccogliendo alcuni dati, per fortuna, confortanti: diminuisce il numero dei ricoveri anche in terapia intensiva, dei contagiati e abbiamo un Rt intorno allo 0,60, anche se ancora non ufficiale. Ho buoni motivi per pensare che col dato ufficiale di domani potremo chiedere al governo non solo l’introduzione della zona gialla, mi piacerebbe se il ministro ci autorizzasse a consentire ai ristoratori e a chi somministra cibo di potere tenere aperti i locali per questo fine settimana fino alle 22, in occasione della festa di San Valentino”.

Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, in conferenza stampa, a Palermo racconta la virata decisa verso la riapertura dopo due giorni durante i quali era apparso chiaramente scettico su questa ipotesi

Musumeci ha aggiunto “Chiederemo la deroga per le 22 solo per questo weekend, poi seguiremo i criteri dello Stato che regolano la zona gialla, sperando, ovviamente, in decisioni che aiutino i tanti operatori economici in grandi difficoltà”. Il governo Musumeci formalizzerà la richiesta a Roma domani, dopo avere acquisito i dati ufficiali su contagi e indice Rt.

L’idea di Musumeci fino a due giorni fa

A far intravedere l’eventualità di restare in zona arancione che già si subdorava da giorni era stato proprio il Presidente della Regione Nello Musumeci che a domanda diretta sul passaggio (automatico secondo i dati) in zona gialla aveva risposto, due giorni or sono, con un laconico “Vedremo” per poi sostenere che per ottenere il giallo i contagi dovrebbero ulteriormente dimezzare.

Una valutazione di natura politica e non epidemiologica visto che l’indice Rt di venerdì scorso era 0,73 quindi già allora da zona gialla e che i contagi sono ulteriormente scesi mentre è in costante diminuzione il numero dei ricoveri e degli attuali positivi. Oggi il cambio di strada e la virata verso il giallo.

Le preoccupazioni legate alla zona gialla

Ma anche se non lo diceva Musumeci aveva una preoccupazione chiara in mente: il pericolo che il giallo venga percepito come un ‘liberi tutti’ e dunque assembramenti in strada come in spiaggia (se il tempo lo consentirà e sembra che non sarà così) e soprattutto nei locali per pranzo, apertivo o cena anticipata (al sud non finiamo di cenare entro le 22 come altrove in Italia e a quell’ora scatta comunque il coprifuoco).

La crisi di governo

A mettere un freno alla voglia di arancione del governo regionale, però, c’era la crisi di governo a livello nazionale. Musumeci lamentava di non avere più un interlocutore romano nel pieno delle sue facoltà politiche ed amministrative. Insomma il decreto del Ministero della Salute dopo i dati di venerdì potrebbe essere fatto sulla base meramente numerica nel rispetto delle regole e non su base politica come è accaduto per la zona rossa chiesta da Musumeci (quando avevamo numeri da arancione almeno nella prima settimana di rosso) e per la zona arancione (quando avevamo numeri da zona gialla inentrambe le settimane in cui siamo stati, e ancora siamo, arancioni). Ma adesso dati e richiesta dovrebbero coincidere eliminando alla base il problema.

La virata decisa

A far cambiare idea sono stati sicuramente i dati in diminuzione ma anche la chiara pressione degli alleati, dalla Lega a Fratelli d’Italia, che al giallo non vogliono rinunciare. E adesso c’è anche la possibilità di salvare il San Valentino. E comunque sostenere ancora la zona arancione con un indice Rt che si avvicina più alla zona bianca sarebbe stato davvero complesso da spiegare