Siciliani distratti, svogliati e di scarsa cultura. Disinteressati alla lettura, agli spettacoli e perfino ai beni culturali e monumentali. E’ la fotografia dell’Istat che emerge a margine del censimento della popolazione e in base ad una ricerca condotta a fianco dello stesso censimento. Ancora un record negativo, dunque, per la Sicilia ed i suoi abitanti ultimi in Italia per cultura.

Ma non basta. La situazione è perfino in peggioramento rispetto al passato con un calo di attenzione sociale e senza neanche più la voglia di partecipare per cambiare le cose. Nonostante l’anno scorso Palermo sia stata capitale della cultura e ne abbia giovato sul fronte turistico, la Regione è tutt’altro che interessata. I dati sono dell’Istat ma l’elaborazione è del Censis che ha condotto lo studio sugli aspetti fondamentali della vita quotidiana degli italiani. In base a questa elaborazione i siciliani non leggono, non vanno al cinema, non comprano biglietti per spettacoli teatrali e musicali. Solo un abitante isolano su sei visita siti archeologici, uno su sette va ai concerti, uno su 8 ha letto due libri nel corso dell’ultimo anno.

E in questi dati la crisi non c’entra. Almeno secondo l’elaborazione Censis non si tratta di contrazioni della spesa per destinare la disponibilità economica ad altro di fondamentale. L’indagine narra di soldi spesi in altri beni maggiormente voluttuari rispetto alla cultura ed agli eventi.

Una tendenza che in realtà non è nuova per il paese e ancor più per la Sicilia e i siciliani ma che sembra assumere contorni preoccupanti in una Regione dove le scelte politiche che tagliano i fondi ai teatri ed ai beni culturali sembrano andare nella medesima direzione.

E intanto l’Istat rende noti i dati del censimento generale della popolazione. Con una settimana di anticipo rispetto all’edizione 2018 è stata superata la soglia del milione di questionari compilati per la seconda edizione del Censimento Permanente della popolazione, avviata a inizio ottobre e che terminerà il 20 dicembre, coinvolgendo circa 1 milione 400 mila famiglie in oltre 2.800 Comuni.

Anche quest’anno quindi la risposta delle famiglie campione coinvolte nella rilevazione è molto positiva. La prima edizione si era conclusa lo scorso anno con un sostanziale successo di partecipazione: al questionario avevano risposto circa 1.250.000 famiglie, oltre il 92% di quelle coinvolte.

Fino al 13 dicembre è possibile rispondere autonomamente online al questionario del Censimento Permanente della popolazione, dal pc di casa o anche dalle postazioni web messe a disposizione in tutti i Centri Comunali di Rilevazione. Dal 14 al 20 dicembre le famiglie ritardatarie, che non hanno risposto al questionario o che hanno risposto solo in parte, potranno recarsi presso un Centro Comunale di Rilevazione per effettuare un’intervista direttamente con un operatore.

In alternativa, potranno essere contattate da un operatore comunale, che potrà effettuare l’intervista telefonicamente oppure faccia a faccia a domicilio. Il rilevatore del Comune di appartenenza dovrà sempre possedere ed esibire un tesserino di riconoscimento. Partecipare al censimento è un obbligo di legge, che interessa i singoli componenti delle famiglie censite, e in caso di mancata risposta sono previste sanzioni. Va ricordato inoltre che la compilazione del questionario è sempre garantita dal segreto statistico: i dati raccolti possono essere utilizzati solo per fini statistici.

A differenza dei censimenti del passato, il Censimento Permanente non coinvolge tutti i cittadini ma di volta in volta solo una parte di essi, ovvero dei campioni rappresentativi. I dati ottenuti sono però di tipo censuario, riferiti all’intera popolazione italiana, grazie all’integrazione statistica tra la rilevazione campionaria e dati di altre fonti amministrative. La rilevazione campionaria permette inoltre una forte contrazione dei costi e una riduzione del fastidio statistico a carico delle famiglie.