E’ partito questa mattina da piazza Castelnuovo, a Palermo, il corteo dei lavoratori relativo allo sciopero generale convocato da diverse sigle sindacali per l’11 ottobre. La manifestazione, iniziata intorno alle 10.00, è stata pubblicizzata sui social ed attraverso l’esposizione di alcuni striscioni. Presenti diverse centinaia di persone, a rappresentare una pluralità di categoria lavorative.

Dal mondo della scuola agli operatori socio-sanitari, passando per i lavoratori dei call center ed altro ancora. Una protesta trasversale nelle rappresentanze ma con un unico denominatore: lo stop ai licenziamenti e al precariato.

Il corteo a Palermo (VIDEO)

Un corteo che si è snodato fra via Ruggero Settimo, piazza Verdi e via Cavour, per poi terminare in Prefettura. Qui i lavoratori chiedono alle istituzioni un tavolo tecnico per cercare di instaurare un piano per aumentare i posti di lavoro. Un elemento che discontinuità rispetto al passato, quello chiesto dai sindacati, rispetto alla precedente scelta di riduzione degli organici e di ottimizzazione delle risorse. Tra le sigle che hanno organizzato la protesta vi sono il sindacato COBAS; CUB; Fuori Mercati; SGB; USB ed USI CIT.

“Siamo in piazza per chiedere il diritto al lavoro – dichiara Daniele Aversa del movimento de “I nastrini” -, che da tempo ci è stato negato, e per cercare di stimolare le istituzioni a dare uno sbocco occupazionale a questa città. Ciò creando nuovi posti di lavoro ed innovazione tecnologica. Così da creare opportunità ad oggi non date”.

Reddito di cittadinanza e lavoro

Un focus viene fatto per il mondo dei percettori del reddito di cittadinanza, i quali si aspettavano molto di più dalla misura introdotta a livello nazionale. “Noi siamo qui per appoggiare tutte le categorie e tutte quelle persone che hanno difficoltà economiche e sociali. Persone che faticano a tirare avanti anche con il reddito di cittadinanza, diventato una forma di sussidio e non uno sbocco al mondo del lavoro, in grado di dare un futuro a questi cittadini”.

Il mondo della scuola

Una protesta trasversale, che ha riguardato diverse categorie lavorative. Tra quelle più presenti gli operatori del mondo della scuola. Come Donatella Anello, dei Cobas, che ha così descritto le ragioni della protesta.

“Abbiamo deciso di protestare per la situazione che stanno subendo, da quando è iniziata l’emergenza covid-19, i lavoratori, i precari, i disoccupati e le lavoratrici. Vogliamo lavoro, basta con il precariato. Scioperiamo per il caro vita e per il caro bollette. In particolare, portiamo avanti la battaglia del mondo degli assistenti igienico-personali. Figure rimaste fuori dalle scuole con il lockdown. Da allora, in maggioranza sono fuori. Parliamo di oltre 2000 persone. Tra l’altro, senza le loro figure, gli studenti diversamente abili non possono andare a scuola”.

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