• Una norma regionale del 2003 rischia di tagliare fuori dal Sisma Bonus diverse zone dell’isola
  • Questa ha inserito nella zona con rischio minore, vaste aree che secondo l’ordine dei geologi presentano un’elevata pericolosità
  • Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars ha presentato una mozione per chiedere l’intervento del governo
  • Per Filca Cisl si tratta di una situazione “Inaccettabile”

Per gli abitanti di diverse aree della Sicilia i benefici fiscali del sisma bonus a rischio. La colpa è di una incongruenza tra la normativa nazionale e quella regionale rimasta ferma al 2003. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del Partito Democratico all’Ars.

“I cittadini di vaste aree territoriali della Sicilia rischiano di non poter accedere ai benefici fiscali del Sisma Bonus – spiega l’esponente del Pd – a causa di un’incongruenza tra la normativa nazione e quella regionale rimasta ferma al 2003, quando fu emanata un’ordinanza che divideva la Sicilia in 4 zone sismiche, inserendo in zona 4, quella con il rischio minore, vaste aree che, in realtà, secondo l’ordine dei geologi presentano un’elevata pericolosità”.

Presentata mozione

Lupo ha presentato una mozione con la quale “chiede che il governo intervenga con un atto normativo che garantisca una corretta parametrazione e classificazione delle zone sismiche allo scopo di consentire ai cittadini aventi diritto di potere accedere ai benefici economico-fiscali previsti dal cosiddetto Sisma Bonus”.

E continua: “è paradossale che una normativa obsoleta blocchi le legittime aspettative di chi vorrebbe accedere a benefici fiscali di vitale importanza per l’economia e l’occupazione”.

Per Filca Cisl è una situazione “Inaccettabile”.

“È assolutamente inaccettabile che a causa di una vecchia norma si corra il rischio che alcune zone della Sicilia vengano escluse dalle agevolazioni fiscali previste dal Decreto Rilancio 2020, che ha incrementato al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per interventi di riduzione del rischio sismico”. Lo dicono, in una nota congiunta, il segretario regionale della filiale Cisl, Paolo D’Anca e il segretario provinciale di Palermo Trapani Francesco Danese, a proposito dell’incongruenza tra la normativa nazionale e quella regionale che risale al 2003 e divide la Sicilia in quattro zone sismiche, inserendo nella zona quattro quelle con rischio minore.

“Apprendiamo – continuano – che alcune zone della Sicilia possano essere escluse per una difformità assurda della normativa nazionale rispetto a quella regionale e, per questo, chiediamo a gran voce che venga immediatamente fatta una attenta e precisa rivalutazione delle zone sismiche della Sicilia, per consentire a tutti i territori di usufruire del sisma bonus, che rappresenta certamente un’opportunità proficua per il rilancio dell’economia e del lavoro. Ma consente soprattutto di investire anche sulla sicurezza dei cittadini perché verrebbero inclusi anche gli edifici, eliminando pertanto i rischi crollo per eventi sismici”.