La Regione troppo spesso ritarda o annaspa o ancora cambia idea con il cambiare del governo. Le dismissioni delle società partecipate durano da decenni e c’è incertezza per lavoratori esperti e qualificati.

In assenza di un chiaro piano e una conoscenza approfondita della situazione il sindacato decide di farsi parte attiva e studiare in prima persona le vicende delle società partecipate regionali.

Il progetto della Fisascat Cisl parte dal giudizio di parificazione sul bilancio della Regione Siciliana, durante il quale la Corte dei Conti si è anche espressa, in modo preoccupato, sulle società partecipate.

La Fisascat Cisl Sicilia, sidnacatoc he ha in carico questi temi,  ha, dunque, avviato una riflessione complessiva e coordinata delle disposizioni contenute nel Decreto legislativo 175/2016 che governa i processi di dismissione e stabilisce come juna Partecipata possa essere considerata strategica imponendo la liquidazione delle altre. una norma che va letta anche in considerazione delle prerogative statutarie della Regione Siciliana.

Il progetto del sindacato, già in stato di elaborazione, vuole incrcoare le disposizione di più norme e in particolare interpretare gli effetti dall’art. 24  che parla di ‘revisione straordinaria delle partecipazioni’ e dall’art. 25 che da lde ‘Disposizioni transitorie in materia di personale’ ma anche affrontare i riflessi conseguenti al bilancio consolidato redattomin base alla normativa del 2011.

“Abbiamo fatto nostre le preoccupazioni della Corte dei Conti in merito alle società partecipate della Regione siciliana e degli Enti locali- dice Mimma Calabrò, Segretario generale Fisascat Cisl Sicilia – e deciso di avviare immediatamente un lavoro di ricognizione delle stesse società interessate. Alla base del nostro progetto si colloca la consapevolezza che soltanto una conoscenza piena della condizione in cui versa ciascuna partecipata può guidare verso proposte costruttive, capaci di condurre a soluzioni socialmente ed economicamente valide perseguendo, in tal modo, l’obiettivo primario per il Sindacato quale la tutela dei lavoratori. Solo la conoscenza delle realtà di interesse può consentire, difatti, la formulazione di proposte concrete”.

“L’individuazione dell’obiettivo per cui ciascuna partecipata viene costituita, la chiarificazione delle funzioni che consentono il raggiungimento dello stesso e l’identificazione delle risorse umane, professionali ed economiche necessarie a tal fine, senza dimenticare lo status anagrafico dei lavoratori necessario per la migliore allocazione lavorativa o pensionistica degli stessi, sono, a nostro avviso, elementi essenziali per trattare la questione e per intervenire in maniera compiuta e concreta”.

“Nella prospettiva di una conoscenza qualitativa e quantitativa delle società partecipate si inserisce, ovviamente, anche la ben nota vicenda degli Ex Pip –– continua la Calabrò – Si tratta di lavoratori che costituiscono struttura di rilievo in molteplici realtà come Assessorati e Dipartimenti della Regione Siciliana, Questura, scuole, ospedali, tribunale, comuni, università, parrocchie, associazioni, musei o siti culturali, teatri, che da tanti anni prestano servizio presso queste strutture e che vanno tutelati. Alla luce di ciò, anche l’opportunità del passaggio dei lavoratori in Resais potrebbe essere definita in maniera differente rispetto a quanto fatto fin qui, con la possibilità di giungere ad approcci nuovi e più consapevoli”.

Per quanto attiene, invece, alle società a partecipazione pubblica già liquidate o in liquidazione, preoccupazione della Fisascat Sicilia è quella di operare al fine di favorire una corretta e coerente allocazione del personale delle stesse. Sul punto ancora la Sindacalista ribadisce “Si tratta di lavoratori con un considerevole background formativo personale arricchito da quella competenze che si acquisiscono solamente attraverso anni di servizio. Risorse umane preziose che, se consapevolmente riallocate nell’ambito della pubblica amministrazione regionale, non possono che costituire valido supporto a beneficio dell’amministrazione e della collettività. Dobbiamo tuttavia – ammonisce la Calabrò – rimanere attenti e vigili su possibili escamotage clientelari che, eludendo le normative, favorirebbero alcuni a discapito di altri, innescando, fra l’altro una squallida guerra tra poveri” .

“L’obiettivo del lavoro che stiamo avviando – conclude la sindacalista – assemblerà le risultanze del D.Lgs. 175/2016 con i dati di bilancio delle singole partecipate, nonché quelli del bilancio consolidato, ove esistente”.