E’ lungo l’elenco delle contestazioni dei giudici della Corte dei Conti sulle somme spese dall’ex presidente dell’Mpa Francesco Musotto che come emerge nella relazione della Guardia di Finanza aveva la disponibilità di operare su un conto di Banca Nuova.

Si comincia con un danno di 200 mila euro: è la somma corrisposta ai singoli iscritti al gruppo con un assegno, accredito o tramite maggiorazione del contributo cosiddetto “portaborse” in importi mensili fissi, a volte con causale generica di “indennità/contributo funzionamento gruppo.

“Somme erogate a pioggia in contrasto con le specifiche disposizioni”, come si legge anche nelle carte dell’indagine della Guardia di Finanza. Musotto aveva spiegato che l’utilizzo del contributo unificato non doveva essere oggetto di alcuna rendicontazione.

“Le argomentazioni difensive sono destituite di fondamento. Chi gestisce risorse pubbliche, – si legge nella sentenza – come l’expresidente del gruppo, ha l’onere di utilizzarle esclusivamente per le finalità per le quali sono state erogate e non può sottrarsi in alcun modo dal dovere di giustificare come le abbia utilizzate”.

La seconda trance contestata è un danno di circa 134 mila euro che sarebbero stati utilizzati come ha detto Musotto per l’acquisto stampanti, toner, cancelleria, quotidiani. Per queste somme l’ex presidente del gruppo non avrebbe fornito nessun documento di spesa.

Ancora la somma di 45 mila euro che sarebbe stata corrisposta all’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo per la campagna elettorale. “Anche di questa somma – si legge nelle sentenza – non vi è alcuna documentazione giustificativa e ciò è sufficiente per integrare gli estremi dell’illecito erariale”.

I giudici contabili contestano ancora 4700 euro per la cena a Villa Alliata organizzata il 19 ottobre del 2010 per la presentazione da parte del Presidente Lombardo della nuova Giunta Regionale.

“Non si comprende come tale evento di natura conviviale – aggiungono i giudici – possa farsi rientrare tra le finalità istituzionali del gruppo parlamentare, con onere a carico delle casse pubbliche per il suo svolgimento”.

Contestate anche la somma di 18 mila euro utilizzata per rimborsi di pasti e consumazioni varie presso la bouvette dell’Assemblea Regionale Siciliana gestita dalla Hassio Servizi Soc. Coop. a r.l.

“I deputati – si legge nella sentenza – avevano diritto ai buoni pasto i quali dovevano ritenersi satisfattivi nel loro importo delle consumazioni effettuate nei giorni lavorativi presso la bouvette; invece, come dichiarato a sommarie informazioni dal rappresentante della ditta e dal cassiere della stessa, i deputati facevano fatturare sistematicamente la differenza, anche per i pasti consumati dai loro ospiti, a carico del gruppo di appartenenza”.

Musotto nel corso della difesa avrebbe detto di avere speso 734 euro per l’acquisto di bicchieri di carta e confezioni di acqua, ma anche in questo caso non è stata sufficientemente indicata tra le pezze di appoggio.

L’elenco delle contestazioni prosegue con 103 mila euro per la locazione dell’ immobile a Palermo, via Libertà 62, cui è seguito il pagamento dei canoni. Una nuova sede necessaria aveva ribadito il presidente del gruppo perché i locali dell’Ars erano insufficienti.

“Non vi è alcuna prova che i locali messi a disposizione dall’Assemblea non fossero idonei – si legge nella sentenza come sostenuto dalla difesa, alle esigenze del gruppo. i circostanze, già, renderebbero difficilmente compatibile. La spesa contestata è del tutto estranea ai fini istituzionali del gruppo, visto come dichiarato da Musotto, i locali sono stati utilizzati anche come sede del partito politico di appartenenza che a Palermo non aveva alcuna immobile.

In questi locali, come dichiarato dal signor Luca Eugenio, che qui ha svolto attività di segreteria politica a titolo gratuito, si recavano politici regionali, nazionali e locali; poi, come anche accertato dalla Guardia di Finanza sul sito internet del partito MPA la sede di Palermo era indicata proprio nello stabile di via Libertà”.

Per manifestazioni politiche sono stati spesi 58 mila euro, altri 28 mila per associazioni e comitati locali, 27.620 per somme erogate a soggetti non appartenenti al gruppo parlamentare, ancora 7 mila euro per spese sostenute da singoli deputati per acquisti di vario genere (regalie, alimentari e libri), 9 mila euro “per il pagamento di fatture per la consumazione di pasti – proseguono i giudici – presso ristoranti e alberghi per eventi di natura conviviale e in assenza di qualsiasi documentazione utile al riguardo non possono in alcun modo farsi rientrare tra le finalità istituzionali del gruppo”.

Ancora 17 mila euro a titolo di rimborso spese al senatore Oliva, commissario regionale del partito Mpa, per la consumazione di pasti al ristorante, per l’acquisto di carburante, per gli spostamenti in taxi su Roma, per l’acquisto di articoli vari (libri, giornali), per le spese di necrologi. A questa somma va aggiunta quella di 22 mila euro per il noleggio dell’autovettura Audi 6 messa a disposizione del senatore Oliva e poi sarebbe rimasta a Catania a disposizione dell’onorevole D’Agostino, come dichiarato dallo stesso Musotto nelle sommarie informazioni rese.

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