Ha capito di avere le ore ormai contate quando ha saputo che i carabinieri, grazie alle immagini di sorveglianza di una videocamera, lo avevano identificato.
La decisione di costituirsi
Sapendo di non aver più scampo Salvatore Fernandez, 49 anni e diversi precedenti per droga, si è presentato alla stazione Falde dei carabinieri, nel quartiere Acquasanta, e si è costituito, ammettendo di avere ucciso Giuseppe Incontrera, assassinato nel quartiere Zisa, a Palermo, giovedì mattina, con tre colpi di pistola. I militari lo hanno portato nella caserma del comando provinciale per interrogarlo e, dopo che il procuratore aggiunto Paolo Guido ne ha disposto il fermo, l’hanno condotto nel carcere Pagliarelli.
La confessione
“Sì sono stato io a ucciderlo”, avrebbe detto l’indagato alla presenza del suo legale, l’avvocato Maria Rosa Cerasa. Dalle prime indiscrezioni Fernandez, avrebbe fornito una versione molto riduttiva della vicenda, versione che non convince gli inquirenti.
I rapporti con la vittima
L’indagato avrebbe raccontato che con Incontera i rapporti erano tesi da tempo perché la vittima più volte aveva avuto un comportamento minaccioso nei suoi confronti. Dopo l’ennesima discussione per motivi banali Fernandez avrebbe deciso di eliminarlo e si sarebbe procurato la pistola usata per il delitto. Un movente che, visto lo spessore mafioso della vittima, lascia molti dubbi alla Procura.
Le domande senza risposta
A molte delle domande dei pm, inoltre, l’arrestato, accusato di omicidio volontario, non ha voluto rispondere. A incastrarlo è stato l’occhio delle telecamere piazzate in via Imperatrice Costanza che hanno ripreso tutte le fasi del delitto.
Il video
Nel video si vede il killer tallonare, a bordo di uno scooter senza targa, la vittima, che è in bicicletta. Il volto è scoperto. Fernandez si accosta e spara un primo colpo prendendo Incontrera alla spalla. L’uomo non cade e prosegue la sua corsa, poi gli altri colpi. Incontrera perde l’equilibrio e il killer gli va addosso e finisce a terra.
Fino ad allora la scena è nitida ma il volto dell’assassino è coperto da una bandiera del Palermo esposta dopo la promozione della squadra in serie B. Fernandez, però, commette l’errore di tornare indietro e stavolta il viso è chiaramente riconoscibile. Per i carabinieri dargli un nome è semplice: basta un confronto con le foto segnaletiche. Fernandez è una vecchia conoscenza degli investigatori: otto anni fa è stato coinvolto in una indagine di droga.
Commenta con Facebook