L’indagine “Sorella sanità 2“, coordinata dalla procura di Palermo e condotta dalla Guardia di finanza di Palermo, si è avvalsa anche delle dichiarazioni di due persone coinvolte nella prima tranche dell’inchiesta.

Si tratta di Fabio Damiani, ex manager dell’Asp di Trapani e responsabile della Centrale unica di committenza degli appalti, e di Salvatore Manganaro, di Canicattì, ritenuto il referente di Fabio Damiani per gli appalti. A maggio del 2021, entrambi sono stati condannati col giudizio abbreviato rispettivamente a 6 anni e 6 mesi e 4 anni e 4 mesi. Nello stesso procedimento, il gup di Palermo ha condannato anche l’ex manager dell’Asp 6 di Palermo, Antonio Candela a 6 anni e 8 mesi.

La rivelazione del gip

Scrive il gip di Palermo, Clelia Maltese, nella misura eseguita dai finanzieri: “Al riguardo, infatti, non può non evidenziarsi come in particolar modo le dichiarazioni dei due indagati Manganaro e Damiani i quali hanno reso diversi lunghi e complessi interrogatori, per diversi fatti e circostanze da essi riportati hanno trovato conferma reciproca e soprattutto riscontro in altri elementi probatori acquisiti. Ebbene, in linea generale non può che affermarsi la piena attendibilità di entrambi gli indagati, i quali hanno reso racconti specifici, dettagliati e riscontrati relativi ai fatti oggetto del presente procedimento. Il racconto degli indagati – afferma il gip – appare circostanziato, esattamente collocato nel tempo rappresentando un’esatta ricostruzione degli eventi e soprattutto del loro succedersi ed evolversi nel tempo, rappresentando a volte un’ampia confessione dei fatti loro ascritti”.

L’altro filone e i nuovi indagati

Ci sono anche nuovi indagati e un altro filone, cioè quello delle “tangenti mascherate”, ovvero quel lavoro fatto per camuffare di fatto i soldi non legali.  Farle apparire come costi aziendali. I nomi nuovi sono quelli di Stefano Mingardi, commercialista di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, e Giuseppe Gallina, amministratore della società Healtech srl di Carini,  indagati per riciclaggio ed emissione delle fatture false che sarebbero servite, appunto,  per schermare le tangenti

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