Numerosi gli interessati ai temi del cinema corto e alle sue evoluzioni tecnico-estetiche dell’età contemporanea. 

Si è conclusa l’undicesima edizione del Festival Internazionale di cortometraggi SorsiCorti. Si è passati dalla musica con il concerto di apertura degli Homunculus Res, alla tavola rotonda sul tema della terza età conclusasi con la proiezione del lungometraggio Arrugas, inedito a Palermo, di Ignacio Ferreras e tratto dal graphic novel di Paco Roca. Il pubblico ha potuto vedere più di cinquanta cortometraggi provenienti da tutto il mondo e ha potuto partecipare all’incontro conclusivo del Festival, con varie realtà palermitane che hanno parlato dei loro progetti lavorativi e ci hanno chiarito le idee sulle nuove prospettive che il cinema offre: Kinedia, Emerging series, Poikilia. La scommessa più grande di questa edizione è stata la location dell’ex-Cinema Edison nel cuore di Ballarò. Altra novità importante di quest’anno è stata il coinvolgimento di un gruppo di utenti dell’USSM che, all’interno del progetto “Dentro/fuori. Dal racconto al lavoro” condotto da Alpha Onlus, hanno visionato i cortometraggi in concorso e hanno assegnato il premio “Freedom”, confrontandosi in gruppo sui temi che i vari corti offrivano. Di seguito i vincitori dell’undicesima edizione con le relative motivazioni.

Miglior corto in concorso lo spagnolo “Acabo de tener un sueño” (2014)
“Per la tematica sociale legata alla famiglia, per la fluida semplicità di esposizione e per la tecnica utilizzata dell’effetto a specchio che consente allo sguardo di cambiare il punto di vista. Per i valori dell’umiltà non solo legati alla provenienza geografica ma anche connessa al ceto sociale. Per il valore educativo basato sull’accettazione di se stessi e della propria condizione di vita”.

Il premio IRVO è stato riconosciuto al corto brasiliano “Composto” (2016), di Severino Neto
“Il risveglio della vite quando emette in primavera la prima gocciolina di linfa sul tralcio si definisce “pianto”. L’uomo condivide con la terra e con la vigna, attraverso le sue stesse mani un’esperienza sublime di intima passione con la natura, cura l’ambiente e forse anche la sua anima. L’uva e poi il vino gli restituiscono ebbrezza e con essa la gioia e il raro piacere di vivere, inducono l’uomo a poetare, musicare, raccontare, incontrare, condividere. Il premio è un omaggio che questo meraviglioso mondo del vino, vuole consegnare a chi dalle mani ha tratto sofferenza , e il “pianto” è rimasto questa volta negli occhi dell’uomo, povero e schiavo, forse per farci ricordare l’anima. Per ammonirci che ogni piacere, ogni estasi e ogni felicità restano un solitario e vano vivere se tutto ciò non ritorna come una silenziosa quanto profonda consapevolezza, impegno verso chi oggi sta ancora soffrendo.”

Premio Nuove Visioni, giuria tecnica – al corto iraniano “Mahi va man” di Babak Habibifar (2014)
“È riuscito a raccontare un personaggio, l’intensità e la cura dei movimenti, la storia è molto bella e trasmette anche la tensione che culmina nella scena finale estremamente poetica. Dice un mondo in pochi minuti. Una vera descrizione dell’amicizia sullo schermo è possibile nel modo più avanzato possibile”.

Premio Freedom – Alpha Onlus e USSM di Palermo – al corto spagnolo “Ho fatto un sogno” di Javi Navarro (2014).
“Per la tematica sociale legata alla famiglia, per la fluida semplicità di esposizione e per la tecnica utilizzata dell’effetto a specchio che consente allo sguardo di cambiare il punto di vista. Per i valori dell’umiltà non solo legati alla provenienza geografica ma anche connessa al ceto sociale. Per il valore educativo basato sull’accettazione di se stessi e della propria condizione di vita”.

Premio ‘Ceci n’est pas cinema Commissione interna’ – al corto inglese “You are whole” di Laura Spini (2014).
“Una narrazione fluida e disturbante con immagini che rimandano continuamente al tramonto e ad un lento spegnimento. Al centro la mirabile interpretazione del protagonista che fugge via dalla logica narrativa del film grazie al suo mellifluo parlare”.

Premio ‘Io nel mondo Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana’ al corto spagnolo “El tunel” di Ricardo Yebra (2014)
“Grazie ad un piano sequenza e alla collocazione delle protagoniste all’interno di un auto da cui non potere uscire, il film racconta magistralmente la paura di restare soli, relazioni dettate dal bisogno e il rischio di rimanere incastrati in una trappola senza via d’uscita”.