“Con Salvini non era facile sentirsi al telefono, e per comunicargli la mia decisione di lasciare la Lega gli ho inviato un telegramma. Lì non c’è democrazia interna, anche per rilasciare un’intervista devi essere autorizzato altrimenti ti buttano fuori”.

L’ha detto Tony Rizzotto, primo ad essere eletto all’Assemblea regionale Siciliana con il simbolo della Lega, nel corso di una conferenza stampa durante la quale ha spiegato i motivi che lo hanno portato, all’inizio di luglio, alla rottura con la Lega.

“La mia è stata una scelta obbligata, sono stato isolato all’interno del partito: in 20 mesi non sono stato ricevuto neppure da un sottosegretario”, ha aggiunto criticando soprattutto le recenti mosse del commissario della Lega in Sicilia, Stefano Candiani. “Hanno fatto fuori la ‘vecchia guardia’ per fare spazio a nuovi esponenti, alcuni dei quali provenienti dal M5S. Ho continuato a lavorare per il partito sperando che la situazione cambiasse, ma sono stato escluso, isolato, e poi accusato di disinteresse”.

“Ho deciso di andarmene, nessuno mi ha cacciato – ha continuato – Lo dico per chiarezza nei confronti del mio elettorato. Il commissario Candiani sostiene di avermi ‘cacciato’ per la mia decisione di aderire ad ‘Ora Sicilia’ (nuovo gruppo parlamentare all’Ars che fa capo a Luigi Genovese e si colloca nel centrodestra a sostegno del governo Musumeci, ndr), ma la mia decisione di lasciare la Lega era precedente, avevo anche fatto un comunicato stampa”.

Rizzotto ha poi ricordato il suo percorso politico nel Carroccio: “Ho aderito nel 2017, un mese prima delle elezioni regionali. Furono gli onorevoli Lo Monte e Attaguile a chiedermi di farlo. Avevo immaginato che la Lega avrebbe preso un bel po’ di voti, diciamo che ho avuto un’intuizione strategica. Adesso voglio riprendere un percorso politico autonomista – ha concluso Rizzotto – ma la mia stima personale nei confronti di Salvini e Giorgetti resta immutata”.