Eliminare le spese inutili delle società Partecipate per sostenere l’efficacia del piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Con una circolare firmata dal Capo Area del Controllo Analogo Roberto Pulizzi e dal vicesindaco Carolina Varchi, l’Amministrazione ha avviato il percorso per quantomeno limitare acquisti e contratti di consulenza non strettamente necessari. Il percorso per riportare i conti di Palazzo delle Aquile è infatti appena iniziato. Ci vorrà un decennio prima di poter dire di essere usciti dall’emergenza dettata dal sovraccreditamento delle casse comunali. Tuttavia, dai banchi della maggioranza, qualcuno ha alzato il dito ed ha espresso timori sull’operatività delle società Partecipate. Fra questi il gruppo politico di Forza Italia che, in una nota emanata qualche giorno fà, ha paventato l’ipotesi che, con il piano in questione, “tutte le governance delle società partecipate vengono trasformate in semplici “passacarte””.

Otto punti per ridurre gli sprechi

Un piano presentato dallo stesso Roberto Pulizzi attraverso alcune interlocuzioni avute questa settimana in Commissione Bilancio e in Commissione Affari Istituzionali. Da parte delle forze politiche, c’è stata la volontà di aprire ad alcune richieste del dirigente. Fra questi, il potenziamento dei mezzi e delle risorse attualmente a disposizione, deficitarie rispetto ai risultati che l’organo del Controllo Analogo auspica di raggiungere nel periodo d’attività del piano di riequilibrio. Obiettivi messi neri su bianco nella sopracitata circolare sottoscritta insieme al vicesindaco Carolina Varchi. Un programma riassunto in otto punti in cui si affrontano i punti dolenti della gestione economico-finanziaria delle società Partecipate, che vanno riviste nel breve e nel lungo periodo. Fra questi, il contenimento dei costi operativi e del recupero dell’efficienza sui costi. Ovvero, razionalizzare le uscite di denaro al fine di evitare sprechi.

Razionalizzare consulenze esterne e spese di rappresentanza

L’obiettivo della circolare è chiaro: evitare le spese inutili. In tal senso, a partire dal 2024, tutte le società Partecipate dovranno predisporre il programma d’acquisto di beni e servizi, da sottoporre preventivamente agli uffici nei tempi e nelle modalità previste dall’Amministrazione. Inoltre, sempre dal 2024, i bracci dell’Amministrazione dovranno sottoporre all’attenzione di Palazzo delle Aquile l’attuazione di incarichi di consulenza esterna. Voce che, comunque, dovrà essere ridotta del 10% rispetto a quanto speso nel 2021 e che, nell’arco del periodo di applicazione del piano di riequilibrio, dovrà subire una riduzione del 60%. Me le consulenze esterne non saranno le uniche voci da rivedere al ribasso, anzi. Nell’elenco figurano anche le spese di rappresentanza, ovvero le spese per organizzare convegni, mostre, pubblicità od operazioni varie mirate alle pubbliche relazioni. Anche qui, tale voci dovrà ridursi del 10% rispetto al 2021 e dovrà puntare ad un decremento del 60% durante l’operatività del piano di riequilibrio.

Eliminare i disallineamenti

Altro punto focale riguarda i disallineamenti. Elemento più volte affrontato dal ragioniere generale Bohuslav Basile e dal quale dipende il futuro dell’accordo con lo Stato. A tal proposito, la circolare chiede alle società Partecipare di adottare ” interventi risolutivi del fenomeno del disallineamento, secondo quanto disposto dal vicesindaco il 20 gennaio 2023, al fine di dare attuazione all’ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2022-24“. A tal proposito, dovrà essere attivata una rete di monitoraggio periodico, al fine di prevenire o fermare sul nascere l’insorgere di ultreriori disallineamenti.

Rivedere i contratti di servizio

Una virata sulla gestione economica-finanziaria delle società Partecipata a cui dovrà seguire un adeguamento sul fronte operativo, ovvero sui servizi che l’azienda offre all’Amministrazione Comunale. In tal senso, entro il 31 dicembre 2024, l’Amministrazione chiede al Consiglio Comunale di provvedere alla rimodulazione di tutti i contratti di servizio in essere. Documenti dai quali dovranno essere eliminati “tutti quei servizi per i quali le Partecipate affidatarie non dimostreranno di potere garantire lo svolgimento in condizioni di effettivo equilibrio attraverso l’applicazione dei prezzi di mercato”.

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